I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
leggi tutto

domenica 27 settembre 2020

Come topi liberi ...

Oggi, se non vi spiace, parliamo di 'coca'! ...
Come, se non ci dispiace? Anzi, ne siamo felicissimi!!! Pensa che io ho tutti gli album di Vasco e non manco mai ad un suo concerto!!!!!
Hmmm: non è in 'quel' senso che volevo parlarne ...

"... Restando sull’esempio della cocaina, che è una delle sostanze d’abuso più studiate, principalmente per via della sua popolarità: una ricerca in particolare, di Robinson e Kolb, ha dimostrato nel 2004 che tale droga agisce sui recettori del nucleus accumbens, una piccola area al centro del cervello responsabile (insieme ad altre) dell’elaborazione della sensazione di piacere, e del rinforzo dei comportamenti che portano ad ottenere piacere. L’azione della cocaina aumenta rapidamente il numero di recettori presenti intorno a questo nucleo, il che lo rende molto più sensibile. Come conseguenza, il desiderio di assumere la sostanza che produce uno stato di euforia aumenta enormemente. Ecco quindi spiegata l’influenza che la sostanza di abuso ha sulla parte biologica della motivazione: modificando la struttura stessa del cervello, modifica anche i bisogni che questo percepisce come fondamentali. Robinson e Kolb sono stati in grado di dimostrare che l’assunzione ripetuta di droghe riduce la naturale plasticità del cervello, il quale normalmente si modifica a seconda dell’input dell’ambiente allo scopo di ricevere nuove informazioni, punti di vista, opinioni. Con la riduzione della plasticità del cervello, questo avviene con molta più difficoltà. Di conseguenza le esperienze di vita perdono il significato che normalmente avrebbero, e la loro importanza viene percepita come sempre minore. Anche per questo motivo è facile che lunghi periodi di dipendenza portino a generare depressione e isolamento sociale.
Alla luce di questi dati, comunque, non bisogna farsi scoraggiare. E’ emerso, in diverse ricerche di cui la prima fu svolta da Bruce K. Alexander, che le condizione sociali di chi assume sostanze d’abuso possono avere una grande influenza sullo svilupparsi o meno della dipendenza. Alexander studiò il momento in cui la dipendenza nasce: presi due gruppi di topi, uno veniva posto in gabbie singole, dove i topi rimanevano quindi isolati, e l’altro veniva sistemato in un habitat condiviso e ricco di attrazioni. Per entrambi i gruppi erano stati allestiti due abbeveratoi: uno contenente acqua semplice, l’altro acqua con l’aggiunta di morfina. Risultò che i topi confinati nelle gabbie singole, ben presto si dedicavano unicamente all'assunzione della morfina, mentre i topi che potevano vivere in un ambiente ricco e stimolante la abbandonavano dopo averla assaggiata qualche volta. La socialità, quindi, è un potente antidoto allo sviluppo delle dipendenze, ed è di importanza capitale valorizzarla ed espanderla in ogni contesto."


Una prima considerazione: i topi sono molto più intelligenti di noi, (Vasco incluso), quando vivono la loro vita in modo 'naturale'. Ci assomigliano molto, invece, quando sono costretti a vivere isolati dai loro simili e, aggiungerei io, soprattutto da tutto il resto del sistema di rapporti ed inter-relazioni globali che chiamiamo Vita! Infatti, la cocaina, in sè, è sprovvista di effetti stupefacenti propri, ma si inserisce pesantemente nel sistema che regola la 'disponibilità' naturale di una delle tante sostanze prodotte dal nostro meraviglioso sistema nervoso e che che ci permettono di provare gioia di vivere: la Dopamina ...
Chiaro?
No!
Spiego meglio, o almeno ci provo. La 'coca' agisce bloccando il meccanismo che, fisiologicamente, limita la quantità di Dopamina resa disponibile dal sistema nervoso rispetto al fabbisogno 'ordinario', ritirando dal circolo quella in eccesso e accumulandola in cassette di sicurezza, dalle quali attingiamo di nuovo, allorché quella circolante viene eliminata naturalmente. E' un raffinatissimo sistema di produzione, liberazione in circolo, ricaptazione del 'surplus' in depositi naturali e degradazione ed eliminazione di quella 'naturalmente' necessaria a vivere bene ...
Insomma: la coca impedisce che il surplus finisca in depositi a cui attingere secondo i bisogni, con la conseguenza che la quota libera improvvisamente aumenta, producendo una violenta esplosione di sensazioni 'anche' piacevoli. Infatti la dopamina in eccesso produce anche agitazione, tremori, sudorazione, tachicardia e grosso stato ansioso ...
Cominciate a capire?
Hmmm: forse ...
Ma c'è ben altro!
Infatti, quando l'organismo si accorge che la quantità di dopamina aumenta, sfuggendo al controllo, fa una cosa semplicissima: smette di produrne!
Ma la cocaina introdotta artificialmente dall'esterno, per fortuna, non ha vita eterna: in poco tempo, infatti, moriremmo di infarto!
A quel punto, però, il fuoco di paglia artificiale del piacere, indotto dalla coca, si spegne di colpo, mentre il sistema nervoso resta invece a lungo inibito nella sua capacità di produrre le dosi 'fisiologiche' di dopamina di cui abbiamo bisogno. Ma i centri nervosi del piacere, rimasti improvvisamente a secco, comincia ad ululare per la 'fame' di nuova droga come lupi affamati, e allora...
E allora si telefona al pusher, ci si fa una nuova dose, e cosi' via, e si vive felici e contenti per sempre, o almeno finché c'è grana!
Col cazzo!
Infatti, ad ogni nuova assunzione il nostro organismo capisce che la coca è innaturale e pericolosa, e pertanto aumenta la velocità con cui la distrugge e limita i recettori delle cellule che le permettono di entrare dentro il nostro sistema nervoso ....
Oh, che peccato ...
Che fortuna, invece: mica scemo! Cosi' gli effetti tossici potenzialmente mortali su cuore e vasi vengono minimizzati ...
Appunto, ma resta l'astinenza dal piacere che la prima volta mi era tanto piaciuto, e che adesso, invece, diventa sempre minore ...
Bravo, cominci a capire: stai cominciando a pagare il vero prezzo della coca: la sua terribile crisi d'astinenza e la riduzione sempre maggiore del suo effetto desiderato: "bevi la coca (cola) che ti fa tanto bene" ... Scemi voi e criminale lui!
E allora?
Impara dai topi! Se non hai definitivamente distrutto, per l'uso e l'abuso della sostanza, i tuoi meccanismi naturali del piacere, e se non hai nemmeno i soldi di Vasco per pagarti le costosissime cliniche svizzere che in tre o quattro mesi ti aiutano a uscir fuori dal peggio, accetta la crisi temporanea e pian piano riscopri la bellezza della vita: la Vita non abbandona mai nessuno, e la grande Natura, nel suo insieme, è in grado di ridarti la gioia di vivere che, da perfetto 'cretino' avevi tutta riposta nell'espediente della polverina bianca!
Già vivere è faticoso, spesso durissimo, ma tutto sommato l'uomo ha sempre attinto alle sue naturali risorse interiori per farcela. Tornare a vivere, poi, dopo aver devastato la bella vigna del tuo universo naturale interiore, diventa enormemente difficile!
Ma quando riesci ad uscirne fuori, esplode la vera gioia, la gioia pura che non conosce limiti, e che consiste nel sentirti per sempre parte dell'infinito tutto che sta 'dentro' e 'fuori' di te: nessun uomo è un topo isolato in gabbia!
Si, vabbè, ma se provassi, tanto per non soffrire troppo, con un po' di marijuana o qualche pasticchetta di quelle che si vende in farmacia?
Per prima cosa fai come cazzo ti pare!
Ma prima prova almeno ad andare a cagare o, se non ce la fai, fatti un bel clistere, che starai immediatamente molto meglio.
Per seconda cosa, prova a fare come i ... topi 'liberi'!
Ma l'hai già detto!
Si', ma repetita juvant!