I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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venerdì 27 marzo 2009

É tempo di... Ortica e erbe selvatiche

Nelle Dolomiti si raccolgono l’Ortica, i Grisoi, la Giamaita, le erbe per il ripieno dei tipici ravioli, i “casonziei”, e poi erbe per digerire, per lo stomaco gonfio, per ritrovare la memoria... Viaggiando in altri paesi le ho ritrovate poi con altri nomi e in paesi più caldi, ad esempio in Brasile… anche con altre dimensioni.

ORTICA (Urtica dioica)
Nota da secoli, questa pianta, considerata fastidiosa perché urticante (e la raccoglieremo con i guanti), e’meravigliosa!
perché è ricca di vitamina A e C, calcio magnesio potassio ferro zolfo iodio silicio enzimi…,
si utilizza fresca o secca (va seccata - rapidamente- in luogo aerato e non al sole)
si può raccogliere in primavera ma ricompare anche in autunno e
si può usare in tanti modi.
Depurativa - infuso con i germogli freschi in primavera
Decotto mineralizzante - per rafforzare ossa unghie capelli
In cucina - usata qualche ora dopo la raccolta - in frittate, risotti, ripieni, tartine…
Macerato - per rinvigorire o curare le piante nell’orto
Una manciata fresca x ogni litro, bollita leggermente nell’acqua: per un pediluvio rilassante o per sciacquare i capelli
Olio - per rinvigorire la memoria
Nella sciatica… personalmente non l’ho sperimentato, ma in montagna si usa ancora - passare leggermente e lentamente l’ortica fresca, sulla gamba e su tutta la zona dolente - poi si mette del talco.

Tisana di ortica
Un cucchiaino, versare sopra una tazza d’acqua bollente e lasciar riposare 1 minuto: deve risultare giallo chiaro. Due tazze al giorno, va bevuta senza zucchero. Nel caso, per renderla più piacevole, si può aggiungere un po’ di camomilla.

Decotto mineralizzante
Un cucchiaino secca o un cucchiaio fresca, per una tazza d’acqua fredda, quando arriva a bollore spegnere, lasciar riposare un paio di minuti e filtrare.
Se manca in particolare il ferro è più opportuno utilizzare l’Ortica fresca.

Olio di ortica
Riempire senza comprimere un vasetto, versare sopra olio extra vergine d’oliva in modo che copra bene l’ortica, lasciare per due settimane al caldo ma non al sole.
Massaggiare tempie e sterno, la sera, con qualche goccia.

IN CUCINA
Vellutata di ortiche

Dopo aver cotto per 10 minuti una patata e una cipolla tagliate a tocchetti, unire una manciata di cime di ortica fresca e cuocere ancora 10 m.
Frullare il tutto. Se non è abbastanza cremosa, aggiungere un cucchiaio di maizena (sciolto prima nell’acqua fredda). Aggiustare di sale, insaporire a piacere con erba cipollina o dragoncello, cuocere ancora qualche minuto.
A fine cottura unire 1 cucchiaio di Shoyu o Tamari
Servire con un filo di olio crudo una spolverata di parmigiano con cubetti di pane tostato
(se utilizzata come curativa, meglio con crema di cereali o fiocchi - 2 volte la settimana).

Crostini all’ortica
Cime di ortica fresca: sbollentarle per pochi minuti in acqua salata, colarle e saltarle con una cipolla tagliata fine, aglio schiacciato e un pizzico di sale. Usare pochissimo olio in modo che rimangano ben asciutte, frullare e servire sopra a fette di pane tostato con ancora un filo di olio o semi di sesamo tostati.

E: nelle frittate - nei risotti - nei ripieni - nelle salse per tartine...
come anche

I GRISOI (Silene cucubalus)
In Primavera si trova vicino ai muri nei posti soleggiati.

Il BUON ENRICO (Chenopodium bonus Henricus)
(Spinaccio Salvatico - nelle Dolomiti, come Giamaita - Spinaz salvadech). In montagna si usano al posto degli spinaci “normali”.
Sui piani del Gran Sasso, d’estate, i prati sembrano campi coltivati a spinaci, nei sentieri si incontrano i paesani, sulle spalle zaini colmi di Buon Enrico.

Una ricetta particolarmente rimineralizzante:
Raccogliere almeno 15 varietà di ERBE SELVATICHE, farle bollire per 24 ore aggiungendo solo acqua bollente - per togliere le tossine -. Strizzarle, ancora caldissime, con un asciugamano.
Saltarle per 1 ora - per ossigenare - in una padella calda, a secco, aggiungendo olio a poco a poco direttamente sulla padella, non sulle erbe.

martedì 17 marzo 2009

E’ tempo di… Tarassaco

Prati di un giallo dorato di Dente di leone, Pisciacani, piscialletto. In tutte le regioni il TARASSACO é conosciuto e utilizzato per il suo potere disintossicante del sangue e depurativo del fegato.

Si utilizza tutto:
i piccoli boccioli verdi sottolio;
le foglie più giovani, prima della fioritura, in insalata;
bollito e ripassato in padella con lo zenzero tostato;
i fiori per fare il miele;
gli steli durante la fioritura;
le radici in primavera e autunno (come tisana: un cucchiaino messo a bagno la sera e bevuto la mattina).

Mia nonna lo condiva con genuino lardo sfrigolante sale e aceto di vino, ma non è una ricetta molto salutare, infatti… beveva poi l’acqua di bollitura come medicinale per il fegato…

STELI FRESCHI
Gli steli freschi si colgono con l’infiorescenza che si toglie dopo averli lavati:
se ne mangiano 5/6 al giorno per 2 settimane, senza cuocere.
In un primo momento risultano un po’ amarognoli al palato ma sono ottimi per il fegato e quando c’è una condizione di debolezza o stanchezza.

SOTTOLIO
Cogliere i primi bocciolini freschi e sbollentarli in 2 parti d’acqua salata e 1 di aceto.
Lasciarli asciugare per una notte su un canovaccio.
Il giorno dopo riempire dei vasetti piccoli con uno spicchio d’aglio e una presa di timo (antisettico) e coprire con olio extra vergine.
Si possono usare per condire un’insalata, per farcire una torta o fagottini salati.

MIELE DI TARASSACO
Si coprono quattro belle manciate di fiori (senza il gambo) con un litro di acqua fredda e, prima che bollano, si spegne la fiamma e si lascia riposare tutta la notte.
La mattina si strizzano i fiori, si filtrano e si versa il liquido ottenuto in una pentola bassa e di coccio (bassa: così evapora più facilmente, di coccio perché il calore è più uniforme).
Si aggiunge un chilo di zucchero di canna (meglio ancora se “mascobado”) e mezzo limone (possibilmente biologico) a fettine.
Si lascia cuocere lentamente e a lungo, mantenendo sempre la fiamma bassa e controllata
perchè evapori senza mai bollire.
E’ pronto quando, versato un cucchiaino in una piatto, cola in una goccia.
È indicato anche per le persone che non possono usare il miele comune, questo è meno acido.

lunedì 16 marzo 2009

Ricette Secondo Natura: Miso

Tra i prodotti a base di soia di cui ho parlato qui ci sono anche il MISO e la SALSA di SOIA (shoyu e tamari).

MISO

E’soia fermentata con cereali (riso o orzo). Il Miso é ricco in proteine ed enzimi.
Crea una flora batterica intestinale sana, migliora l’assimilazione dei cibi e aumenta le risorse nei problemi intestinali.

Salsina di Miso
Mescolare una mezzora prima dell’uso:
2 cucchiai di sesamo tostato, 1 cucchiaio di miso, mezza tazza di acqua.
Utilizzare con le verdure bollite (spinaci, biete ecc.)

Zuppa di miso
La zuppa di miso essendo ricca di enzimi, stimola la digestione rendendo il pasto più bilanciato e completo.
Portare a bollore dell’acqua,
- con un qualche cm. di alga Kombu (lavata rinvenuta per una mezzora in acqua fredda),
- o del brodo vegetale.
Aggiungere il miso (di orzo o di riso) alla fine, stemperandolo prima nel brodo con un colino,
lasciare sobbollire per 2/3 minuti e servire calda - con anelli sottili di porro crudo o erba cipollina tritata- e qualche filetto di carota cruda.

Zuppa di vongole e miso
Questa zuppa è disintossicante e antianemica, per la purificazione del sangue e per il suo effetto riattivante delle funzioni del fegato.
Lasciare le vongole almeno un’ora in acqua (per togliere la sabbia). Poi sciacquarle bene in acqua corrente.
Far bollire dell’acqua, salare leggermente, abbassare il fuoco e attendere che raggiunga di nuovo il bollore a fuoco basso.
Aggiungere le vongole – alzare il fuoco – aggiungere ancora una presa di sale e coprire per far raggiungere il bollore al più presto. Quando le vongole si aprono spegnere il fuoco (al massimo dopo 10 secondi).
Aggiungere infine il miso stemperandolo prima in un po’ d’acqua.
Si serve con un po’ di cipollotto tagliato fine, o prezzemolo, per neutralizzare il tossico delle vongole.

Le vongole sono dette "spazzini del mare" hanno una grande capacità di purificare quindi anche il fegato. La proteina è superiore a quella del tuorlo d’uovo e nutre direttamente il fegato.
Il Miso è proteina di alta qualità, ricco di enzimi, favorisce un buon funzionamento dell’intestino e quindi migliora la qualità del sangue.

Minestrone di riso e miso
Minestrone di riso bianco con brodo di vongole, porri, miso e zenzero.
Far bollire dell’acqua con fettine di zenzero, buttare le vongole e lasciare qualche minuto perché si aprano. Spegnere il fuoco e aggiungere il miso (precedentemente sciolto in un cucchiaio di acqua calda) e i porri tagliati sottili.
Se si utilizza la zuppa per cuocere il riso, aggiungere il miso dopo la cottura del riso perché non deve bollire.
E’ ottima per scaldare e arricchire di Sali minerali.

Zuppa di miso con la zucca
Tagliare la zucca, senza la buccia, a fiammifero. Preparare un brodo con 1 l. di acqua, 8/10 cm. di alga kombu e 2 cucchiai di shoyu. Far cuocere per 20 minuti. Mettere a cuocere la zucca nel brodo finchè è tenera ma non sfatta. Aggiungere il miso di orzo, sciogliendolo nel brodo con un colino. Lasciare sobbollire per 5 minuti e servire caldo con basilico o anelli sottili di porro crudo.

TAMARI e il più delicato SHOYU
E’ soia fermentata con frumento e sale marino (non deve invece contenere zucchero, come spesso si vede indicato tra gli ingrediente della salsa prodotta con procedimenti chimici).
La Salsa di soia è ricca di enzimi e proteine vegetali, si utilizza in zuppe, creme, salse, verdure e con il the bancha.

sabato 14 marzo 2009

È tempo di… pulizie di primavera

'Pulizie di Pasqua' - le chiamava mia nonna - e comprendevano tutto: in casa finestre aperte per “cambiar aria”, lavar le tende, coperte al sole, ecc. (ottimo per camminare, piegarsi, fare dei movimenti diversi dal solito e cambiare la solita postura, insomma muoversi); fuori passeggiate nei campi a raccogliere erbe per disintossicare, ossigenare, pulire il sangue.

Per ossigenare - per il sangue pastoso, non fluido, - per il fegato, che non ci fa dormire, che ci fa dormire troppo - per pulire l’intestino mentre maturano gli enzimi (di cui darò ricetta nei prossimi giorni)… intanto è bene iniziare a prendere della clorofilla con la

Centrifuga di erbe selvatiche
Piantaggine (Plantago), Malva, Primula, Pisciacani (Tarassaco), falsa ortica (Lamium)…
1 o 2 cucchiai al giorno - senza eccedere per non prendere troppo potassio.
Continuare almeno per 2/3 settimane.

Tisana depurativa
Tra le 3 e le 5 del pomeriggio: è l’orario più indicato perchè agisca al meglio una tisana depurativa. Ricordando che per cambiare le cellule ci vogliono 10 giorni, non fa effetto se la si beve saltuariamente né, come per ogni cura o dieta o movimento, se si continua a tempo indeterminato. Evitare di aggiungere zucchero - specie se bianco che già è tossico di suo perché molto chimico - dolcificare aggiungendo un’erba più dolce come la camomilla o la malva.
Per preparare una tisana con l’Artemisia o Piantaggine o Ortica:
versare una tazza di acqua bollente su un cucchiaino di erba sminuzzata e lasciare 1 o 2 minuti.
La Malva va messa a bagno la sera nell’acqua fredda e la mattina va filtrata e intiepidita.

ARTEMISIA (Artemisia vulgaris), nei terreni incolti, si trova sulle scarpate. Si differenzia dall’Assenzio perché è argentata e vellutata solo la pagina inferiore mentre sopra è verde.
E’ un po’ amara ma se avete l’accortezza di cogliere solo la sommità, 10 cm, è una bevanda piacevole. Per tutti i fastidi attribuiti ad un fegato stanco degli strapazzi, alle tossine accumulate, vi propongo questo

Infuso di artemisia
Mettere 3 cucchiai colmi di artemisia secca (10 grammi o 30 grammi fresca) in 1 litro d’acqua. Quando bolle tenere il fuoco basso in modo che non bolla più, ma non troppo basso perché la bevanda non risulti troppo amara.
Lasciar ridurre il liquido il 1° giorno a tre quarti di litro, poi a mezzo litro.
Filtrare e bere durante la giornata per una o due settimane, eventualmente ripetere dopo una settimana di pausa.
Un amico con l’epatite l’ha bevuta per 2 settimane e quando è andato a fare le analisi gliele hanno fatte ripetere perché in laboratorio il medico non credeva possibile si fossero “miracolosamente” normalizzate!

Dell’Artemisia e dell’Ortica c’è ancora molto da dire, per utilizzarle anche in cucina in ricette curative… prossimamente.

PIANTAGGINE (Plantago maior, lanceolata ecc.),
Si trova su tutti i sentieri dei prati, nei terreni non coltivati, nei marciapiedi... spacca anche l’asfalto, è fortissima. Depurativa del sangue, scegliere sempre le foglie più belle e piccole. Nella tipica forma a rosetta io scelgo quelle centrali.

Utilizzo:
- f
resca, come depurativa del sangue.
Centrifuga
½mela, 1 carota, qualche foglia di piantaggine.
Insalata
aggiungere qualche foglia tagliuzzata.

- fresca o secca (per seccarla per l’inverno: metterne uno strato in un cesto in modo che posso essere sempre areata, tenuta in un luogo asciutto e conservata in un vaso ben chiuso). Con piantaggine secca e timo si prepara un’ ottima bevanda preventiva dei raffreddamenti, indicata per asma, bronchite, tosse…

Bevanda di piantaggine e timo (Timo serpillo - si trova in estate nei posti al sole e sulle rive dei fossi: è un antibiotico naturale). Questa bevanda va preparata con un procedimento particolare proprio per riscaldare e va presa al primo accenno di raffreddamento.
Per due tazze d’acqua - da bere subito, più calde possibile:
caramellare 2 cucchiai da dessert di zucchero mascobado, aggiungere ½ fettina di limone bio, acqua e portare a bollore;
togliere dal fuoco e lasciar riposare qualche minuto, poi rimettere sul fuoco riportando a bollore - ripetere per 4/5 volte. Infine, fuori dal fuoco, aggiungere un pizzico di timo secco (o una presa di timo fresco) e 1 pizzico di piantaggine essiccata (o una presa di piantaggine fresca). Lasciare per ½ minuto.
Bere subito, anche più volte al giorno.

venerdì 13 marzo 2009

Parliamo di cancro (senza paura) 5 - Il coraggio di guarire (con appendice sul Glioblastoma)

L'argomento di cui parlo stamani è tale "da far tremar le vene e i polsi".
E però, "con quanto mi resta di Mirra e di Parnaso m'è d'uopo entrar nell' aringo rimaso".
(Dante, sempre lui, meraviglioso ed infame toscanaccio, quasi Gino Bartali della penna...)

Nei precedenti articoli ho cercato di spiegare cosa è il cancro, anche positivamente ed utilmente, dal punto di vista della biologia umana.

Oggi mi resta da dire cosa significa guarire e come.
La vera guarigione non viene solo dall'esterno o per grazia ricevuta, anche se talvolta potrebbe sembrare così.
Anche se molta gente ha un concetto così basso di dio da pretende che egli possa dare ascolto ad un certo tipo di preghiere, calcolate ed egoistiche, Dio non è così.
Non possiamo sperare che sia, ad un tempo, infinita misericordia ed infinita stupidità... 'Aiutati, chè il ciel ti aiuta!'

In realtà la guarigione è un processo che deve coinvolgere prima di tutto il paziente stesso.
Dobbiamo renderci conto che la prima causa del cancro siamo noi stessi (altrimenti non ci sarebbero speranze) e, quindi, siamo noi stessi il primo strumento di guarigione.
Per guarire ci vuole un certo coraggio ed un certo impegno.
Guarire è, infatti, un processo, un percorso non all'indietro, come eravamo prima, ma in avanti, verso come dovremmo essere da un punto di vista umano.

Questo percorso richiede un progetto, un sogno, non basati solo sull'egoismo ed il calcolo, che del cancro non possono essere cura, semmai causa.

Guarire si basa su:
- Corretto modo di pensare e sentire.
- Corretto modo di respirare, nutrirsi e muoversi.
- Corretta fede in se stessi e nella saggezza e santità della Vita, nonché della natura, sua figlia.
(Dio non aiuta i pigri e non ama gli egoisti, perché l'essenza delle cose - rerum natura -, non è tale).

Dal punto di vista pratico, cioè della vita quotidiana, per prima cosa
- Pulire dall'inquinamento, sia esterno che interno, ad esempio con corretto digiuno e con clisteri.
(ne parlerò in futuro).
- Corretta alimentazione.
(Ne ho già parlato, incluso l'uso di verdure selvatiche e probiotici del mondo vegetale).
Spero di non sentir più dire "mangia quello che vuoi, pur di ingrassare", anche sotto chemio e radioterapia, quando già trattenere l'acqua è difficile. Non siamo mica maiali all'ingrasso!
E' definitivamente accertato che prodotti animali, zucchero raffinato ed alcoolici, oltre che il fumo, sono dannosi e cancerogeni.
Infatti nutrono il cancro, mentre i prodotti vegetali ci aiutano perché complementari al nostro metabolismo (vedi precedenti articoli).
Soprattutto nel cancro non possiamo continuare ad accettare solo quello che ci piace od a cui siamo abituati, perché anche queste sono state cause del cancro.
- Corretto respiro, inclusa risata, e corretto movimento.
- Corretto pensiero (ne parlerò alla fine).
Infine, ove necessario,
- Corretta terapia, non escluse, ove indispensabili, chemio e radioterapia, ma con la speranza che i medici si decidano a seguire una nuova strada, meno distruttiva e non cancerogena.
(Penso che i tempi siano vicini, per un buon motivo: i soldi stanno per finire!).

Concludo con due consigli di pratica quotidiana, tratti dall'insegnamento Oki do.

Ogni giorno, vorrei dire ogni momento, seduti, rilassati e con respiro sottile e regolare, provate a visualizzare mamma, papà e voi stesso, e vedere i volti che sorridono.
Se non ce la fate, ritentate o provate con la figura che viene più facile.
Inoltre, provate a chiamare per nome (senza suoni materiali), non solo queste persone, ma anche altri, come coniuge, figli, amici ecc, e soggiungete, lentamente, sillaba per sillaba, senza suono materiale: ... io ti perdono... io mi perdono... grazie.

Nella mia esperienza, sia personale che professionale, posso garantirvi che funziona.

****
Un' appendice.
Tramite le domande più frequenti rivolte a questo Blog, ho letto che molti chiedono, fra l'altro, se si può guarire da uno dei peggiori tumori, il glioblastoma cerebrale.
Devo rispondere sì, che si può, in base anche a diretta esperienza.

Da quattro anni sto seguendo una paziente operata per glioblastoma 'multiforme', il peggio del peggio, secondo gli oncologi.
All'epoca, la Cassandra di turno aveva pronosticato da tre a sei mesi di sopravvivenza, ed in condizioni di vita estremamente penose. Ciononostante, a quasi quattro anni di distanza, oggi, 24 agosto 2010, la paziente non solo è viva, ma gode, persino, di ottima salute.
Se è stata male, quasi da morire, è stato dopo la radioterapia e durante alcuni cicli, particolarmente aggressivi, di chemioterapia.
Oltre a questi trattamenti ufficiali, da quattro anni questa signora si è impegnata in un percorso di auto guarigione che, seppure personalizzato, segue i principi ed i consigli pratici descritti in questo Blog.
Naturalmente, nel caso in questione, non mi attribuisco nessun merito particolare, e nemmeno posso escludere che il tutto sia merito dei trattamenti tradizionali, cui è stata sottoposta.
Tuttavia, non credo che le cose siano evolute così positivamente, solo ed esclusivamente per questi motivi.
Devo, infatti, far notare due cose.

A tutt'oggi, nella letteratura ufficiale, non ho trovato statistiche di percentuali rilevanti di pazienti sopravvissuti a quattro anni dalla diagnosi, e per di più in ottima salute: siamo sotto lo zero virgola zero e qualcosa per cento ... Il caso in quetione sembrerebbe quasi essere unico, ma certamente non è cosi!
Seconda: lo stesso Radioterapista - Cassandra, pochi giorni fa, ad una paziente con analoga diagnosi, ha pronosticato 'da tre a sei mesi di vita'. Ciò può significare due cose: o non era a conoscenza della positiva evoluzione del primo caso (ed i glioblastomi sono tumori relativamente molto rari), oppure, pur essendone informato (ed in tal caso avrebbe avuto anche legittimi motivi per essere orgoglioso di se stesso), oppure, dicevo, siffatti personaggi non credono più a nulla, nemmeno a se stessi!

Tuttavia, non esiste uno programma valido per tutti, ma dipende caso per caso.
Sarebbe però più utile ed opportuno che fossero gli stessi pazienti, anziché i medici, a dire come hanno fatto...
Ciononostante, per fornire un' ulteriore informazione ai tanti che fanno domande su questo argomento, propongo di leggere anche gli articoli 'Clorella' e 'Brodo concentrato di cipolla', su questo stesso blog, oltre ai precedenti quattro articoli sul cancro.
Devo tuttavia ribadire, in conclusione, che la guarigione, quella vera, non è un processo automatico- meccanicistico grazie a terapie solo esterne e solo sintomatiche.
Ma di questo, credo (o almeno spero), di aver già detto abbastanza.

(Nota inserita nell'agosto 2010 dall'autore del Blog).
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Un commiato - solo temporaneo.
Fra poche ore parto per il Togo, ove rimarrò per un mese.
Siccome sarò in un villaggio, spero di trovare un punto internet, per darvi qualche notizia.
Nel frattempo il blog continua con la galleria di ritratti di mio figlio Piero, dal Brasile, e con le ricette di mia moglie Marilisa, che ringrazio di cuore.

Arrivederci.
Giuseppe

giovedì 12 marzo 2009

Il dovere d'esser chiari

Compatire e commiserare, criticare e giudicare, sostenere e dare appoggio, amicizia e consociativismo, piangere e compiangersi, ridere e deridere ecc., ad alcuni potrebbero sembrare sinonimi, tanto che vengono usati, nel linguaggio comune e con una certa superficialità, come tali.
Il risultato pratico è un cumulo di malintesi.

In realtà, da un punto di vista linguistico, sono antinomie binomiali semantiche (hanno, cioè significato quasi opposto), mentre, da un punto di vista umano, sono invece errori che possono diventare dannosi, se non tragici.

La compassione fu la grande virtù del Budda, così come la pietà fu quella del Cristo, due sentimenti (da non confondere con le emozioni), che spinsero questi personaggi ad agire in modo altruistico, fino alla morte violenta patita da Gesù.
Dicono invece che Il Budda sia morto, in tarda età per della carne avariata, ma forse è una leggenda; stiano tranquilli i buddisti, che in genere sono anche vegetariani...

La commiserazione, invece, non porta a niente, nasce e muore con se stessa, non spinge ad agire per cambiare qualcosa in modo creativo.

L'amicizia, invece, nella sua vera essenza (si veda, ad es., Cicerone, "Laelio, sive de Amicizia"), deve anche esser capace di criticare, senza giudicare, per aiutare e se necessario, spingere l'amico a superare la propria sofferenza.

Per far questo, colui che vuole aiutare deve essere, anche se di poco, più positivo di colui che viene aiutato.
Ed inoltre, deve sapere e capire che cos' è necessario ed utile, ed avere l'esperienza e la capacità per farlo, oltre che l'umiltà ed il coraggio per metterlo in pratica.


Adolf Guggenbull Graig, uno dei più grandi psicoanalisti al mondo, presidente della società mondiale d'analisi, rinunciando a tutte le cariche ed i riconoscimenti mondani, scrisse un libro:
- Al di sopra del malato e della malattia, il potere assoluto del terapista -
In questo libro, che nasceva soprattutto da una coraggiosa auto analisi, egli mette in evidenza la sottile "perversione" della mente di molti di coloro che esercitano la professione di terapeuti degli altri (sono tante categorie, fra cui anche sacerdoti, assistenti sociale ecc., oltre che medici e psicologi).
Egli chiama questa tendenza "perversa", costellazione negativa dell'anima del terapista.
Guggenbull Graig conclude che da tutto questo ci può salvare solo la sincera critica positiva d'un amico, al quale si sia disposti a dare ascolto.

Ci possiamo, e talora dobbiamo, arrabbiare con qualcuno, per volergli veramente bene ed aiutarlo, ma altrettanto non si può fare detestandolo, o peggio, odiandolo...

Ancora, chi è depresso non potrà alzare l'umore di coloro che gli stanno attorno, così come chi si compiange difficilmente riuscirà a trascinare gli altri alla catartica risata, vero deterrente alla disperazione.

Negativo risuona con ed attrae negativo; parlare o pensare male in circolo non farà emergere nessuna positività... Viceversa, positivo chiama positivo, una buona parola ne può far nascere altre due...
Qui vige la legge fisica dell'attrazione gravitazionale, non le leggi dell'elettromagnetismo (espresse dalle famose equazioni di Maxwell), che descrivono gli effetti repulsivi delle cariche omologhe.

Della differenza, in terapia, fra sostegno doveroso ed appoggio non necessario e dannoso, ho già perlato nell'articolo capofila del blog, che trovate qui a fianco.

Concludendo, oggi come non mai, c'è bisogno di persone che pensino, parlino ed agiscono in modo positivo, perché tutti, in ogni istante ed in ogni luogo e circostanza, influenziamo e siamo influenzati da tutti.
Questo è un dovere primario da cui non possiamo più esimerci, non solo per lasciare un mondo migliore ai nostri figli, ma nella speranza di lasciar loro un pianeta ancore abitabile... per esser chiari!

Buona positività!

mercoledì 11 marzo 2009

SCIENZA FILOSOFIA RELIGIONE E MEDICINA

I grandi medici dell'antichità erano tutti anche filosofi e profondamente religiosi.
Tali furono, ad esempio, Ippocrate, Galeno, Dioscoride e, in epoche più recenti, i medici della Scuola salernitana ed Avicenna.

Senza voler essere reazionario, né attribuire troppa importanza alla cultura scolastica, che però è sempre meglio che nulla, fino ad alcuni decenni or sono, per accedere a medicina era richiesta la maturità classica, e dopo anche la scientifica fu accettata. Più recentemente, sappiamo...
Forse una delle cause del degrado culturale di alcuni medici attuali sta anche in questo fatto, cioè nell'appiattimento culturale e morale che attraversa tutta la nostra società.

Ancor oggi, in oriente, i monaci devono anche saper essere terapisti, mentre nei centri monastici medioevali si teneva sempre un giardino dei semplici e l'erborista li sapeva utilizzare bene, oltre che preparare.
Non tutti i medici del tardo medioevo e dei successivi secoli erano ciarlatani, anche se molti, anzi moltissimi lo furono.
Si pensi a Molière o più recentemente, al "Dottor Knox, ossia del trionfo della medicina".

Quando Renè Descartes scrisse il Discorso sul metodo, separando scienza, filosofia e religione, finì, in qualche modo, per gettare il bambino con l'acqua sporca.
Pur essendo egli stesso valente scienziato e matematico, nonché contemporaneo di Galileo, quando gli giunse notizia dell' incriminazione di Galileo, letteralmente cacandosi sotto, rinunciò a pubblicare il suo trattato sulla luce, scrivendo quanto segue:
"Per niente al mondo vorrei che da me uscisse un discorso in cui si trovasse la minima parola che fosse disapprovata dalla Chiesa... preferisco sopprimere il mio trattato piuttosto che farlo uscire storpiato".
Perfetta ritrattazione preventiva!
Purtroppo, non era il dogmatismo a spaventarlo, ma il rogo...

Dogmatismo: ecco il limite di tutte le religioni, il vero impedimento a qualunque dialogo riappacificatore e la causa delle più orrende nefandezze commesse in nome di dio.
Mentre i Mussulmani, giustamente criticano gli aspetti dogmatici delle altre due religioni cosiddette monoteiste, sostengono, a loro volta, che il Corano è da prendere tutto alla lettera come unica manifestazione al mondo della parola di dio... Ma lo stesso fanno Ebrei e Cristiani!

Lo stesso monoteismo ebraico e cristiano è molto parziale, nonché inficiato dai rispettivi dogmi.
Gli uni pretendevano di avere dalla loro non l'unico, ma il più grande, gli altri continuano a dire tre, come giustamente loro rimproverava Muhammed.

Gesù, che oltre tutto fu uno dei più grandi medici dell'umanità, non pose alcun dogma.
Agostino ( et alii...), anche troppi.
Lo stesso Agostino, nei peggiori momenti della sua tormentata vita, finì per affermare che la salvezza non può avvenire individualmente, per opere ( vedi Martin Lutero!), ma per imperscrutabile capriccio di dio...
Ma Gesù non aveva indicato chiaramente la via nella purezza del cuore e nella pratica dell'amore per gli altri?
Perché ancor oggi Santa Romana ( Cattolica ed Apostolica), continua a parlare di salvezza tramite il Suo sacrificio, quando Egli stesso disse: "chi mi ama prenda la sua croce e mi segua"?
Mistero della fede o della comodità?

La filosofia. oggi ha un ruolo marginale.
Pare che i grandi temi escatologici ( se non proprio i grandi perché), se li ponga solo una certa fisica teorica, che tuttavia talora finisce per asservirli a calcoli politico-economici fin troppo evidenti.

Il Medico, per poter essere veramente tale, per fare corretta diagnosi, corretta terapia e corretto insegnamento, dovrebbe possedere la miglior conoscenza scientifica, sorretta da una visione filosofica profonda (inclusa la morale professionale), e da un atteggiamento veramente religioso, non esteriore dogmatico.
Quando proprio non ce la fa, provi, umilmente a pregare il proprio interno.
In qualche caso, ad esempio di fronte ad un figlio che rischia di morire, si può (e si dovrebbe) offrire la propria vita in cambio.
Questo è uno dei modi di pregare e d'essre veramente Medico e vi assicuro che funziona...

Chi vuole capire, capisca, od almeno ci provi, come io stesso sto provando.

martedì 10 marzo 2009

Parliamo di cancro ( senza paura ) 4 - La terapia convenzionale

Putroppo, la prima parte di questo articolo può, quanto meno, spaventare.
Parlerò, infatti, della terapia "classica" anticancro.

Questa si basa su
- Chemioterapici
A loro volta suddivisibili in cinque categorie
1) - Alchilanti - Agiscono danneggiando il DNA, e quindi interferendo sulla riproduzione cellulare.
Associati alla radioterapia estesa e con uso prolungato, danno origine a leucemie acute.
2) - Antibiotici citotossici - Agiscono, con effetto radioterapia-simile, danneggiando i meccanismi di replicazione cellulare. Fra gli altri effetti collaterali, danneggiano la muscolatura del cuore e non andrebbero associati a radioterapia.
3) - Antimetaboliti - Bloccano la sintesi delle basi puriniche (costituenti fondamentali del DNA ed RNA), inibendo la normale divisione cellulare (mitosi). Danneggiano mucose e midollo.
4) - Alcaloidi della vinca. - Quest'ultima è una graziosa piantina perenne della nostra flora.
Da lei deriva, nella definizione cromatica, il nome "Blu Pervinca".
Si comportano come antimitotici (vedi sopra). Fra l'altro danneggiano reni e midollo.
5) - Altri chemioterapici - Fra i più noti, la L Asparaginasi, l'idrossiurea, il carbo e cis-platino, ed altri ancora. Hanno meccanismo d'azione diverso ed effetti collaterali multipli.

- Immunosoppressori e corticosteroidei (cortisonici).
- Immuno modulatori (interferoni).
- Ormoni sessuali ed antagonisti ormonali del cancro (il più noto è il tamoxifene, similestrogeno che blocca i recettori delle cellule del cancro al seno, sensibili agli estrogeni).

Mi fermerei qui.

Che dire in generale di questi farmaci, senza voler fare contro.
Che sono usabili, in buone mani specialistiche, dopo vero consenso informato, e rispettando il principio "primum non nocere". Evenienza rara!
Tutti, putroppo, sono molto tossici e possono originare nuovi cancri (vedi anche i precedenti articoli sull'argomento).
In generale si possono definire armi di distruzioni di massa.
Ognuno scelga secondo la propria condizione e conoscenza, non delegando alla cieca l'oncologo.

Succede anche questo, che pazienti con cancri che non possono trarre beneficio da detti farmaci, in un tacito accordo fra oncologi e parenti, vengono comunque trattati, senza informazione, tanto per non dare l'impressione che non ci sia niente da fare.
Evento catastrofico... tanto, che muoia di cancro o di chemio, che differenza fa? ( purtroppo, posso fare nomi e cognomi). Ippocrate, per cortesia, non ascoltare!

Obiezione (scontata ): come fare consenso informato, se coscienza (sic!) esige di non informare il paziente per non impaurirlo?
Appunto: per primo smettiamo di spargere il terrore sul cancro, così potremo -doverosamente- informare il paziente... la sua collaborazione è infatti indispensabile per una vera guarigione.
Qualunque terapia, convenzionale od alternativa che sia, è sempre e solo parziale.

Parte positiva
In corso di qualunque terapia anticancro è moralmente e clinicamente doveroso aggiungere sostanze, tutte d'origine vegetale, in grado di diminuire gli effetti tossici, salvare le cellule sane e ridurre la resistenza ai chemioterapici.
Oncologi, vi prego, smettetela di dire che non vi sono prove.
Aggiornatevi sui vostri stessi testi: ne troverete ad iosa!
(Ho raccolto centinaia di voci bibliografiche, sulle più prestigiose riviste della medicina ufficiale).
Su questo argomento potete anche leggere quello che ho scritto sul Blog, in particolare:
Clorella, Soia e Cipolla.

La radioterapia è diventata un frequente corollario della chemioterapia, cui per molti aspetti assomiglia.

Chirurgia - Trapianto midollare
Rendiamoci conto che, per quanto siano radicali, sono sempre parziali, perché non possono agire sulle cause prime del cancro, che sono altrove.

Una piccola appendice sul professor Di Bella.
Il suo protocollo, per quanto ne so, unificava i principi della chemio (a basse dosi), con quelli dei probiotici, ad alte dosi.
Aveva, quindi, per qualunque vera e disinteressata coscienza scientifica, un altissimo valore razionale.
Va però detto che un altro fattore determinante era il suo carisma e la sua umanità calorosa, ahimè non misurabili scientificamente.
Hanno voluto distruggerlo in tutti i sensi. Farabutti!
Dio perdona loro, perché, forse, non sapevano quel che facevano...

Continua.

lunedì 9 marzo 2009

La salute vien... ridendo

Proprio così, la salute vien ridendo, ma non sempre se ne va piangendo.
Dipende dal motivo per cui si piange.
Molti affermano, per un malinteso senso dell'isegnamento del Budda, che la sofferenza sia un fardello inutile, oltre che negativo, espressione di debolezza umana e di dipendenza dalle emozioni...
Forse queste persone, oltre che fraintendere l'insegnamento del Budda, confondono sofferenza con tristezza.
Masahiro Oki, uno dei maggiori maestri della storia dell'umanità (Corea, 1919 - Pesaro, 1985), affermava che la sofferenza è inevitabile.
Non solo, che la stessa è il vero carburante (si uti scis!), per un' evoluzione umana.
A colui che non prova sofferenza, diceva ancora, Dio ha voltato le spalle, mentre ogni giorno passato nella tristezza è un giorno di vita buttato via... (fortunatamente viviamo più d'un giorno, in media).

Provatevi a pestare, così per sbaglio, un piede a coloro che vantano di vivere senza sofferenza e senza emozioni!

Torniamo al ridere.
I nostri antenati dicevano che ridere fa buon sangue (è proprio vero, anche da un punto di vista fisico-chimico).
Ed inoltre: etiam ridendo corriguntur mores (anche ridendo si correggono le male abitudini).
Esistono però due modi di ridere: intelligente e stupido.
Quest'ultimo, che abbonda nella bocca degli stolti, tuttavia è meglio di niente...
Pullulano le cliniche dove si è scoperta l'acqua tiepida, basate sulla pratica di risata, ed a caro prezzo. Non che sia sbagliato, ma bisogna proprio finire in clinica per imparare a ridere, od almeno a sorridere, visto che possiamo farlo, gratis, a casa?
Umberto Eco immagina che Dio abbia creato il mondo con una risata (ma, forse, l'uomo con un fiato posteriore, dico io, visto come sono andate le cose).
Dato che di un certo dio si è detto di tutto e di più, pensarla così non credo sia sbagliato, e soprattutto non in contrasto con ciò che sosteneva Agostino d'Ippona (quello dei tempi migliori...), che Dio ha creato per Amore.

Ridere, è dimostrato che:
- Alcalinizza il sangue.
- Aumenta circolazione e metabolismo.
- Rilassa il diaframma.
- Aumenta l'atmosfera di addome e lombari.
- Rilassa e rinfresca la mente.
- Aumenta le difese immunitarie.
- Aiuta a socializzare e coinvolge positivamente gli altri.
E molto altro ancora.

Sono covinto che Totò abbia fatto guarire molte più persone di certi medici...
Per questo, se proprio devo leggere un romanzo, cerco che sia umoristico ed il libro " Il buon soldato Scveik", di Jaroslav Hascek è sempre sul mio comodino.



Chi non ha almeno un pò d'ironia e d'auto ironia, o è uno stupido o ha malinteso la vita ed il significato di serietà.

Sorridere e ridere sono il miglior correttivo per il nostro inconscio, pieno di negatività e rabbia e sono la vera arma vincente della nostra vita, salvandoci dalla disperazione.

Ridere è, infine, uno degli strumenti terapeutici migliori per vincere la malattia cancro, ma di questo parlerò i prossimi giorni, prima di partire per l'Africa.

Voglio lasciarvi con una chicca, tratta da un quotidiano a diffusione regionale.
Titolo : "Muore raggiunto da un colpo accidentale".
Sottotiltolo: "guarirà in dieci giorni".
Forse voleva dire "ucciso incompletamente", od "ucciso male" ? ...
Buona risata a tutti.

domenica 8 marzo 2009

Ricette Secondo Natura: soia

SOIA VERDE
... e ancora rivedo, in Cambogia, la donna che, in un pestello per terra, batte con ritmo - un suono che è musica - un cucchiaio di soia verde, aggiungendo qualche goccia d’acqua del riso che sta cocendo…
Poi, a gesti come avevamo imparato a comunicare, mi fece mettere sulla nuca questa pappetta.
Dopo giorni che, per un’infiammazione-infezione alla base della nuca, mi sentivo la testa enorme, con vampe infuocate, che mi pareva di essere una mongolfiera, finalmente quella notte riuscii a riposare, la testa più fresca e la mattina dopo stavo meglio. Nella giornata ho ripetuto la preparazione e con un’altra applicazione sono guarita del tutto.

Fagioli di soia verde
Macinati, al momento, per EMPIASTRI
Ricchi di vitamine, proteine, sali minerali

Germogli di soia verde
Lavare i fagioli di soia, coprirli di acqua tepida e lasciarli per 24 ore.
Metterli tra due teli inumiditi e tenerli qualche giorno al buio;
poi, quando iniziano a germogliare, metterli al sole perchè diventino verdi.
Raggiunti i 6/7 cm. si possono unire ad un’insalata o saltare in padella con un filo d’olio e salare con Shoyu (salsa di soia).


SOIA GIALLA

Con soia gialla e acqua o latte di riso (o di soia) si può preparare una bevanda – ottima specialmente in primavera - per ripulire il fegato dalle tossine accumulate.
Per un bicchiere di liquido:
1 cucchiaio raso di Riso integrale - 10 chicchi di soia gialla - un pizzichino di sale.
Preparazione:

Sciacquare e lasciare in ammollo il riso almeno una notte;
scolarlo e metterlo a germogliare in un panno umido per 24 ore – controllare che il panno sia sempre umido;
la soia è sufficiente metterla a bagno la sera prima;
Appena il riso inizia a germogliare (1-2 gg.), è pronto.
Scolare la soia e scottarla (per 6/7 secondi) nell’acqua bollente con un goccio di aceto (per toglierne il gas).
Frullare riso, sale, soia e un po’ di liquido fino a farne una crema;
aggiungere il restante liquido e frullare ancora.
Filtrare con un colino fine.
Si prende una volta al giorno come colazione.
E’ buonissima!

SOIA ROSSA (AZUKI )
In ricette dolci o salate sono preziosi per il loro potere riscaldante ed energetico

Te’ di Azuki
Con 1 tazza di azuki lavati e messi a cuocere - in 5 tazze di acqua in pentola a pressione (o in 10 tazze d’acqua – coperti - in una pentola normale).
Si può fare un “tè” che rinforza i reni (es: quando si sente molto il freddo, con la faringite e laringite, quando ci si stanca con facilità o si ha facilmente paura).
Bere mezzo bicchiere alla volta, mezzora prima del pasto; non dolcificare né salare. Per 3 giorni.

Minestrone di azuki
Gli azuki diventano un piatto bilanciato, completo e ricaricante dal punto di vista energetico
tenuti in ammollo per una notte e cotti come nel minestrone - con riso (meglio se semintegrale) e verdure (porro patata dolce zucca gialla).
Procedere come per un comune minestrone solo per prima cosa tostare, senz’olio, un po’ di zenzero tagliato a fiammifero.
Se fosse necessario aggiungere acqua o brodo ma caldo.
Riscalda i reni.

Gli azuki si prestano anche per preparare torte budini e creme dolci

Crema dolce di azuki (è ottima per l’intestino).
Azuki, alga kombu, qualche cubetto di zucca, zucchero nero, acqua.
Mettere a bagno la sera, una tazzina di azuki con un pezzetto di alga Kombu (ripulita dal suo sale).
Il mattino cuocere tutto in 10 tazzine d’acqua aggiungendo la zucca.
Gli ultimi 15 minuti unire 2 cucchiai di zucchero nero (Mascobado – del Mercato Equo Solidale).
Cuocere e infine ridurre in crema col minipimer.

venerdì 6 marzo 2009

Parliamo di cancro (senza paura) 3 - il significato biologico positivo

Oggi voglio parlare del significato biologico del cancro, ossia della sua utilità biologica nell'ecosistema vita.

Dicendo cancro, non intendo la malattia, così come dicendo infezione non s'intende necessariamente la manifestazione patologica della stessa.
Essere punti da una zanzara anofele, entrare in contatto con il virus influenzale, ingerire microbi, non significa sempre contrarre la malattia (malaria, influenza, gastroenterite o quant'altro).
Ed anche se una qualche malattia si manifesta, spesso questa tende a guarire spontaneamente e senza gravi complicazioni.
Così, dei quattro tipi di plasmodio della malaria noti, vivax, ovale, malariae e falciparum, solo il quarto può portare a morte, ma non sempre...
Delle epatiti virali note, quella chiamata A guarisce spontaneamente nel 100% dei casi, o quasi, e le altre, B, C, e superinfezione da fattore Delta, non sempre evolvono in cirrosi.
Non tutte le influenze diventano broncopolmonite, come non tutte le SARS sono mortali.
Nemmeno l'Aids lo è sempre. Oggi se ne parla sempre meno, tacendo anche un fatto importante, cioé che la sua biologia, specie nei paesi del benessere sta positivamente cambiando, indipendentemente dalla terapia.
Stiamo cioè assistendo ad una specie d'adattamento dell'uomo al retrovirus che ne sarebbe la causa, e sempre più persone sono portatrici del virus, ma non malate di AIDS!
Le buone notizie, purtroppo, non fanno quasi mai notizia...

Molto dipende dal rapporto fra agente infettante o patogeno, la sua virulenza ed aggressività, e la condizione individuale dell'ospite umano che ne è colpito, quest'ultima veramente multifattoriale e personalizzata.

Ma moltissimo anche dipende dal clima che l'informazione di massa tende a creare attorno a queste patologie, che quasi sempre è un clima di terrore, in buona o malafede, finalizzato in particolare a vendere qualcosa, ed a servire grossi interessi commerciali, piuttosto che ad aiutarci a guarire.

Le armi terapeutiche messe in campo, poi, somigliano molto a quelle belliche, sono cioè ispirate ad una simile "intelligenza"...
Bombardamento d'innocenti, uso d'armi nucleari al posto delle convenzionali, colpire nel mucchio, sbagliare bersaglio e, sovente, far morire per fuoco "amico"...

Un solo esempio: bombardare con antibiotici di tutti i tipi qualunque virus influenzale, che con gli antibiotici ci cena assieme, nasce da
- paura di sbagliare diagnosi o di fare brutta figura con il paziente-cliente.
- poca voglia di tenere sotto controllo la patologia.
- scarsa tendenza a visitare il paziente: diagnosi al telefono.
Eccetera...

Le conseguenze: distruzione della flora batterica, tossicità indotta a molti livelli, antibiotico-resistenze sempre più diffuse e buoni affari per chi vende, ossia la catena produttiva e distributoria del farmaco.
Impariamo ad usare i farmaci secondo scienza e coscienza, anche per non privarci del loro benefico supporto allorché sono veramente indispensabili!

Tutto questo, che c'entra con il cancro? C'entra, eccome...

Da un punto di vista biologico bisogna distinguere fra cancro e malattia-cancro, come nell'influenza.
La continua comparsa di cellule cancerose, che non diventeranno mai malattia, serve a far fare esperienza al nostro sistema immunitario, inducendolo a produrre meglio e di più le varie sostanze (anticorpi, cellule immunitarie, proteine-gene, natural killer ecc., indispensabili allorché alcuni cancri, anche e soprattutto per nostra responsabilità, tenderanno a divenire malattia-cancro.
Se per assurdo, ma nemmeno tanto, la diagnosi precoce, grazie a tecnologie ultra raffinate, arrivasse a riconoscere le singole cellule cancro, e la tendenza fosse quella di distruggerle, con quelle armi di distruzioni di massa che sono i chemioterapici, riuscite ad immaginarvi le conseguenze?

Questo non è che uno dei possibili significati biologici positivi del cancro.
Per gli altri, vi invito a meditare o a fare ulteriori ricerche... Per cortesia, non lasciatemi solo, che non sono uno scienziato, un genio...

Per oggi termino qui.
Prossimamente un capitolo sulle terapie del cancro.

Per ora voglio informarvi solo che il mio cancro alla gamba sta andando male, anzi malissimo, almeno per lui.
Sta infatti scomparendo, dopo molti anni di onorato servizio... Sto, purtroppo, perdendo il mio osservatorio personale privilegiato.

Buona giornata.

giovedì 5 marzo 2009

Menopausa, osteoporosi, informazione: buon otto marzo

Ieri mattina ho assistito, in TV, ad un programma che parlava di questo, con l’intervento di tre donne, medici, specializzate sull’argomento.
Non ho potuto fare a meno di rilevare che non tutta l’informazione è stata chiara e corretta.
Nella donna in menopausa si rilevano, con una certa frequenza, ma non sempre, disturbi correlabili, almeno in parte, al venir meno della funzione degli ormoni estrogeni.
Questi consistono in una serie di sintomi, quali vampate, alterazioni dell’umore, secchezza vaginale ecc., ed in un ridotto tournover metabolico delle ossa, con rarefazione e perdita di calcio, noto come osteoporosi.
Va detto che la carenza d’estrogeni, in questo secondo caso, è solo un co-fattore, cui vanno aggiunti: la quantità di calcio nella dieta, il suo assorbimento intestinale, influenzato dalla vitamina D, la sua fissazione all’osso, influenzata dal movimento fisico e dalla calcitonina (ormone prodotto dalle cellule parafollicolari della tiroide), la cessione del calcio dall’osso al sangue, indotta sempre dalla carenza d’attività muscolare, dal grado d’acidità del sangue (PH), dall’uso di farmaci, come il cortisone, che riducono la matrice ossea, e dalla funzionalità delle paratiroidi - (questo solo per grandi linee).
Di conseguenza, la terapia farmacologica ufficiale dell’osteoporosi della menopausa, si basa su :
- Ormoni estrogeni
- Supplementi di calcio e vitamina D
- Calcitonine
- Bifosfonati e derivati, capaci di rallentare la rimozione del calcio dalle ossa, però in tempi molto lunghi.

La diagnosi dell’osteoporosi si basa su apparecchi che emettono raggi X di lunghezza d’onda nello spettro d’assorbimento del calcio, misurando quindi, grazie ad un sofisticato software, la densità ossea media dell’organismo, la quale viene tradotta in tre fasce di rischio: fascia normale, fascia a basso e fascia ad alto rischio, a loro volta correlate all’età ed ad altri fattori.
Non è stato detto con sufficiente chiarezza che dopo una certa età, un certo grado d’osteoporosi è fisiologico, asintomatico e privo di complicazioni.
(Quindi da non trattare, soprattutto con estrogeni e bifosfonati, i primi pericolosi perché potenzialmente cancerogeni, i secondi perché molto tossici).
Tuttavia, alla domanda di una signora alla quale, pur essendo in fascia a basso rischio, era stata iniziata una terapia estrogenica, è stato risposto che, ipso facto, doveva essere per forza in fascia ad alto rischio, e quindi sotto DOVEROSA terapia estrogenica, in pratica dandole della stupida o, quantomeno di far confusione…
E’ stato invece detto, forse con una certa enfasi ottimistica, che i moderni apparecchi della densitometria ossea espongono ad un livello di radiazioni X pari a quello ambientale.
La professoressa in questione, forse si sarà male espressa, perché, se ciò fosse vero, in detti apparecchi basterebbe l’apparato rilevatore, e non la radiosorgente…
E’ stato ancora detto, forse con un certo eccesso d’ottimismo, che le moderne terapie estrogeniche, per le dosi ed i tempi raccomandati, sono del tutto prive di rischio cancerogeno, ma del tutto non esiste in biologia, soprattutto con estrogeni… (forse voleva dire a basso o bassissimo rischio…)
Ma a dosaggi così bassi, perché non dire che gli estrogeni naturali delle piante (fitoestrogeni della soia), rendono del tutto inutile la terapia ormonale sostitutiva? (vedi soia).
Ancora, mentre si è parlato di dieta e sovrappeso, fattori di rischio, non si è detto che il mantenimento di una buona densità ossea dipende da una regolare attività fisica, specie contro gravità – ad es., salendo le scale, giacché il tendine muscolare attivo, stimola la circolazione del sangue e la calcificazione ossea.
E nemmeno, che lo zucchero bianco ed un’alimentazione troppo ricca di proteine decalcificano le ossa per la conseguente e necessaria correzione dell’eccessiva acidità del sangue, prodotta dal metabolismo di dette sostanze…
E vero che non si può sempre dire tutto, ma come mai non ci si dimentica mai di citare tutti i farmaci in uso, ad esempio?
Però, la cosa più shockante che ho sentito, è stata la seguente:
(domanda dallo studio) - Quali sono, se ci sono, i sintomi dell’osteoporosi, ed i dolori articolari sono correlabili alla stessa?
Nessuna risposta.
Ripetizione della domanda…
Risposta: se nel corso dell’osteoporosi ci sono dolori, ciò significa che essa è grave e necessita sempre di terapia ormonale e farmacologica! (sic).
Nessuno, neanche colui che ha posto la domanda, ha ribattuto niente, ma eravamo in chiusura di trasmissione.
Forse l’illustre professoressa voleva dire che:
- l’osteoporosi è in sé del tutto priva di sintomi
- che questi compaiono, in modo repentino, sotto forma di dolore acuto, nella sede d’eventuali fratture patologiche, molto rare e riguardanti per lo più una vertebra dorsale, non le articolazioni di mani, anche, ginocchia e piedi.
- Che i dolori in queste sedi sono, di solito, conseguenza di comuni patologie degenerative che nulla hanno a che vedere con l’osteoporosi.
- Che l’eventuale terapia ormonale sostitutiva ed i bifosfonati, in caso di frattura patologica, non coprono (almeno del tutto) il sintomo dolore, ma dovrebbero servire ad accelerare la ricalcificazione della vertebra ed a prevenire ulteriori fratture.

Che idea si saranno fatte i milioni di donne italiane, telespettatrici, con dolori articolari più o meno banali, ed osteoporosi fisiologica?

Questa la chiamano informazione e prevenzione…

Concludo con alcuni consigli pratici

Per la menopausa asintomatica accettarla e non fare nulla: l’ha voluta la natura per buonissimi motivi.
Per quella con lievi sintomi, provate con i fitoestrogeni (vedi Soia) e mantenendo una buona vita di relazione ed interessi vitali.
Per quella con sintomi più gravi: spesso passano da soli, altrimenti decidete dopo un vero consenso informato.
Per la secchezza vaginale, usate prodotti topici locali con fitoestrogeni.
Dedicatevi a qualche pratica dello Yoga e provate a far qualcosa al servizio di chi ha gravi condizioni di bisogno.
Per l’osteporosi, prevenirla modificando lo stile di vita: meno cibo, meno zuccheri, grassi e proteine, più movimento...
Dovrebbe bastare ed avanzare, nella stragrande maggioranza dei casi…

Ricordatevi di ringraziare di poter vivere in una società che offre così tante possibilità e comodità, purché queste non finiscano per confondere o danneggiare, come l’informazione di cui sopra, ma comunque ringraziate, ringraziamo tutti sempre e di più.

Buon otto marzo a tutte.

martedì 3 marzo 2009

Salute secondo natura: SSN

… Ma anche Servizio Sanitario Nazionale.
Ho chiamato il Blog con lo stesso acronimo, SSN appunto, come forse qualcuno avrà notato, anche per un certo “sense of humor”, ma non sarcasticamente.
Per trent’anni ho fatto parte del Servizio Sanitario Nazionale e sinceramente, per prima cosa, devo ringraziare.
Ciò non significa, però, che devo anche tacere o fingere che va tutto bene…
Per tre anni sono stato ricercatore in un reparto clinico di una prestigiosa università del Veneto (o almeno così era allora ritenuta).
Sono ritornato qualche anno fa e, dove allora c’erano i laboratori di ricerca, in cui ho passato tanti giorni e notti della mia vita, ora c’è solo una lunga fila di porte, chiuse, con i nomi d’altrettanti professori…
Era giorno d’esami, anzi, dell’esame che dovrebbe concludere un percorso di studi, e dichiarare uno studente di medicina idoneo a fare il medico… ma dov’erano i pazienti?
Il fatto era che i pazienti non c’erano, in altre parole, l’esame di Clinica medica era solo teorico.
Riconosciuto da un caro vecchio amico, sono stato invitato ad assister agli esami ed a porre qualche domanda, in base alla mia esperienza sul campo, di medico condotto.
E’ proprio il caso di stendere un velo pietoso sulle risposte, e non parlare nemmeno delle pluri-raccomandazioni, provenienti ab alto loco, degli esaminandi…
Siamo in buone mani, ho pensato, però speriamo che si facciano esperienza per strada.
Ma quale esperienza?
Per coloro che accedono ad una convenzione mutualistica, viene meno uno degli stimoli maggiori ad aggiornarsi, cioè la vera concorrenza di una veramente “libera professione”.
Lo stipendio garantito ed il prestigio sociale gratuito, non sono il migliore incentivo ad aggiornarsi.
Da dieci anni vivo senza stipendio e mi baso sui precari e scarsi introiti del mio lavoro privato.
(Forse SSN vuol dire anche “senza soldi, naturalmente” ?).
Per questo devo sempre aggiornarmi, ma sono contento così.
Quando facevo il medico di famiglia, nelle dolomiti, i primi tempi venivano molti rappresentanti di medicinali, ora chiamati informatori scientifici.
Ho conosciuto persone splendide, ma anche volgari farabutti, come dappertutto.
Tutti però ben preparati nel loro campo, ma orientati a far prescrivere per vendere…
Anche se molte cose le ho imparate da loro, non essendomi mai piegato a compromessi o peggio, piano piano sono stato abbandonato quasi da tutti.
I pochi che hanno continuato a frequentarmi sono diventati preziosi amici.
D’altronde devo dire che me ne sono andato dall’Università anche per come alcuni lavori scientifici, in sé rigorosi, venivano poi addomesticati in base agli interessi d’alcuni committenti.
In campo medico non sempre la scienza è neutra, obbiettiva e disinteressata…
Per anni sono stato anche medico di fiducia dell’allora ministro della sanità, una donna splendida per tanti aspetti, che molti ricorderanno con rimpianto, la quale veniva a villeggiare dove io esercitavo.
Spesso mi chiedeva qual era la mia opinione su tante cose, e potevo parlare liberamente, in amicizia e senza secondi fini: “ aurea satis aetas!”.
Tralascio ogni considerazione sulla corruzione, le truffe, il comparaggio, lo spreco, la mala sanità, perché dovrebbero essere agli occhi di tutti.
Povero Ippocrate, che hai così splendidamente sintetizzato in un giuramento, che nessuno fa più, l’essenza eterna della medicina e dei doveri etici del medico!
Qualcuno ancora ricorda “Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, esperimentum perculosum, judicium difficile”, che così bene sintetizza la vita (nobile), di un vero medico?
In quale università italiana Etica Professionale è un esame fondamentale?

Io, comunque, vado avanti per la mia strada, nella speranza che qualcun altro voglia percorrere la propria, secondo scienza e coscienza, come si suol dire, e nonostante tutto.

lunedì 2 marzo 2009

Parliamo di SOIA

Oggi voglio parlare delle virtù terapeutiche della soia, ed in particolare delle tre varietà di soia più note: la soia verde, quella gialla e la rossa (azuki).
La soia è una delle piante più utili e versatili nell’alimentazione umana, ma anche nella terapia, specie del cancro.
Questa meravigliosa leguminosa è una delle sorgenti di proteine più importante del mondo.
Si pensi alle varie preparazioni ormai storiche, basate sulla soia: tofu, shoyu, tamari, miso ecc., tutte sorgenti di proteine, vitamine, sali minerali d’alto valore biologico e nutritivo.
Io vorrei, però, parlare delle proprietà medicinali attualmente riconosciute alla soia, e sono veramente molte.
Tutte e tre le specie sono molto ricche in isoflavonoidi, capaci di indurre una minore aggressività ed una maggiore sensibilità delle cellule del cancro ai sistemi naturali di difesa.
Inoltre, gli stessi flavonoidi modulano la sensibilità dei recettori agli ormoni sessuali, inibiscono l’enzima protein-tirosina kinasi e l’alfa-5-reduttasi, coinvolti nella genesi del cancro della prostata e del seno.
La genistenina, uno dei componenti del complesso isoflavonoide, si è dimostrata capace d’inibire la neoformazione di vasi nei tumori, neutralizzando il fattore endoteliale (cioè prodotto dalle pareti dei vasi sanguigni), alla base del fenomeno.
Va osservato che la Genistenina isolata o di sintesi, è molto meno efficace di quella associata agli altri principi della soia…
Avendo blandi effetti estrogeno-simili, la soia può alleviare i sintomi della menopausa, senza far correre il rischio della aumentata cancerogenesi, propria degli ormoni di sintesi, ancora troppo spesso usati in menopausa.
Ulteriori effetti positivi della soia sono collegati a lignani, saponine, fitosteroli, ed agli inibitori delle proteasi, in essa presenti, e tutti con azione anticancro.
Penso che basti ed avanzi per decidersi ad impiegarla in terapia, senza continuare a dire che sono tutte cose senza effetto e senza base scientifica…

Ora voglio parlarvi della mia esperienza con la soia.
Dieci anni fa, in Cambogia, nel villaggio di Poum Ta Toich’, mia moglie è stata guarita, in una sola notte, e completamente, da una grave micosi infetta, alla base del capo, che durava da mesi, e che era insensibile ai comuni antimicotici chimici.
Ciò grazie ad un empiastro di soia verde, preparato da una donna del villaggio, la signora Van Tach’.
In pochi minuti preparò ed offrì, con umile semplicità, il suo rimedio… che lezione per noi, arroganti europei, portatori d’una presunta, superiore cultura e di (im)potenti mezzi terapeutici…
Da allora tale empiastro si è sempre dimostrato utile nella cura di dermatiti di tutti i tipi, ulcere infette e non, foruncoli, sicosi della barba, e così via.

Anni fa ci fu un’epidemia mondiale di SARS, malattia simil- influenzale ad alta mortalità, che gettò tutti nel panico.
Il Canada creò un ferreo cordone sanitario, obbligando al ricovero tutti i pazienti.
Ebbene, ebbe la più alta percentuale mondiale di decessi, pur con pochi casi trattati…
Viceversa, in Cina, dove vi furono migliaia di casi, si segnalarono, almeno ufficialmente, poche morti in percentuale.
In compenso, tutta la soia verde dei supermercati, andò a ruba, scomparendo per molti giorni dai banchi di vendita: saggezza delle tradizioni popolari!
La soia, senza fare alcun miracolo, infatti, è un potente antivirale e stimolatore delle difese naturali.
Vi basta? A me sì!
Concludo con la semplice ricetta dell’impiastro di soia:
In un pestello mettete un cucchiaio di soia, dopo averla tenuto a mollo per una notte.
Ridurlo in pasta con un pestello, aggiungendo un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva.
Applicare con una garza sulla parte da trattare.
Se non guarisce in una notte, ripetere il trattamento.
Buona vita a tutti, anche grazie alla soia.