I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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mercoledì 27 maggio 2009

Pakistan - Afghanistan : ricordi dal fronte

Stamani ho bevuto il primo caffè assieme ad Ahmed, un pakistano che vive vendendo collane nelle spiagge italiane.
Fumando assieme una sigaretta, mi ha detto che il suo paese, ormai in piena guerra civile, sta morendo di fame...
Il governo Pakistano, per garantirsi gli aiuti economici americani, si è impegnato in una guerra civile nel nord del paese, in una zona da sempre sotto controllo di Al Quaeda, roccaforte dei sostenitori Pakistani dei Talebani e di Osama Bin Laden.
Guerra disperata, che rischia di estendersi a tutto il paese e dai più già considerata persa...
Il Pakistan si trova tra due fronti: ad est quello indiano per la questione del Kashmir, da oltre sessant'anni conteso fra i due paesi, e ad ovest quello con l'Afghanistan, con l'interposizione della cosiddetta "tribal area", formalmente pakistana, in realtà terra di nessuno, controllata dai signori della guerra di etnia Pashtun, da sempre in guerra fra loro e contro ogni tentativo di sottomissione esterna.
Contrabbando d'armi e di droga sono le basi economiche fondamentali, che garantiscono a quelle popolazioni una sorta d'invincibilità perenne, unitamente ad un fiero carattere bellicoso, indipendente da tutto e tutti. E questo fin dai tempi di Alessandro Magno...

Ma torniamo ad Ahmed. Il suo nome mi ha fatto venire in mente quello di Ahmed Shah Massoud, eroe afgano della indipendenza dai russi, mito quasi leggendario di coraggio, amore per il proprio paese, moderazione ideologica e moralità personale: non si fece corrompere da nessuno.
Venne ucciso, in un attentato suicida, da due arabi (tunisini, naturalizzati belgi), il 9 settembre 2001, due giorni prima dell'attacco alle torri gemelle.
Stava combattendo, clandestinamente l'ennesima battaglia personale, contro il dilagare dei talebani in Afghanistan, nella valle del Panshjir, da loro occupata.
Ma si era anche chiaramente espresso contro il dilagare della corruzione e la crescente dipendenza americana del governo Karzai, da poco costituito, cominciando, forse, a dare fastidio ad entrambi.
Sognava un Paese libero da ingerenze esterne, moderato e tollerante, moralmente immune da corruzione, con una economia svincolata dal mercato dell'oppio. L'Afghanistan, infatti, è tuttora il primo produttore al mondo.
Pochi giorni prima di morire, informò le Nazioni Unite di un prossimo attentato sul suolo americano, e di un altro per ucciderlo, ma non fu ascoltato nè protetto.
Lo stesso Karzai, con notevole cinismo politico, lo ha nominato, poi, eroe nazionale e gli ha fatto erigere un mausoleo a dominare la vall del Panshjir.
Massoud, se potesse parlare, rifiuterebbe sicuramente entrambe le cose.
Proposto per il nobel postumo per la pace, come Gandi, finora non ne è stato insignito, come a suo tempo, lo stesso Gandi...

Da Alessandro Magno, ai russi, agli americani, ai talebani, a Bin Laden ed Al Quaeda: perché tanto interesse per un paese povero, senza particolari risorse?
La sua importanza, enorme, è di tipo strategico.
E' infatti, da sempre, il crocevia tra est ed ovest, nonché tra nord e sud, di tutti gli interessi economici del mondo, anche se con caratteri specifici diversi nel tempo.
Basti pensare al petrolio ed al gas della Siberia, che di lì dovrebbero passare per essere vantaggiosamente commerciabili.
Così come il "leone" Massoud era riuscito a liberare il paese dal giogo del vecchio e nuovo imperialismo sovietico, probabilmente sarebbe riuscito a fare altrettanto con i talebani, il corrotto regime attuale e l'espansione, sempre maggiore dopo l'undici settembre, dell'ingerenza americana (ed europea, Italia inclusa), in Afganistan.

Sicuramente, nella sua morte, ha giocato un ruolo determinante una eterogenea "convergenza d'interessi", non nuova alla storia del mondo, antica e recente...
Ora gli americani, sul punto d'abbandonare l'Irak al suo destino, sotto l'egida dell'Onu e con il concorso di molti altri, stanno per aumentare il loro ( e nostro) coinvolgimento in Afganistan.
Gli interessi in gioco sono infatti troppo grossi, e lo scudo ideologico (lotta al terrorismo islamico), è molto ben radicato nell'opinione pubblica mondiale, oltre che realisticamente credibile e convincente.
Ma i signori della guerra non si muoverebbero mai per motivi ideali, se non vi fosse di mezzo anche la supremazia economica e strategica di portata, in questo caso, planetaria.

L'undici settembre ha poi quasi cancellato il ricordo di Massoud, di cui oggi nessuno parla più.

Tre mesi dopo la sua morte e l'intervento americano, ero a Peshawar, in Pakistan, con un gruppo d' Italiani.
Ho visto quello che ci fu lasciato vedere: il campo modello e ben rifornito di Shamshatù, ma non i campi, più ad ovest, dove, per non morir di fame, si mangiava l'erba dei prati.
Ed ho visto l'esodo biblico degli Afgani, che scappavano dai bombardamenti a tappeto degli americani. Milioni di profughi ufficialmente rifiutati dal Pakistan che aveva, anche se inutilmente, chiuso le frontiere, essendo già presenti sul suo territori più di sei milioni di profughi, tra vecchi e nuovi...
Ho visto, nelle nude tende collocate sul fango, i bambini orfani, miracolosamente scampati dalle macerie di Kabul, arrivati laggiù dopo cinquecento chilometri di fuga a piedi.
Sostenuti solo dalla misericordia degli altri profughi.
Ogni notte, qualcuno dei nuovi arrivati moriva di freddo. Si può morire di freddo, per la mancanza d'una coperta, anche in Pakistan, a dicembre, ove, due mesi dopo, già si morirà di caldo.
Ogni tentativo di donare qualcosa a quei poveretti, si traduceva in una specie di sommossa fra migliaia di persone, per afferrare un maglione, una coperta, anche un paio di calzini...
Dopo aver fatto qualche terapia con le nude mani e sulla nuda terra a pochi, diciamo così...privilegiati (ma gli unici privilegiati eravamo noi, con passaporto e biglietto aereo in tasca), ho provato a risolvere, in qualche modo, il problema di come lasciar loro qualcosa, senza provocar sommosse.
Così, mentre calava l'oscurità, dal pulmino che ci riportava alle comode camere d'albergo, ho gettato dal finestrino, un po' per volta, quello che c'era: maglioni, indumenti pesanti, perfino le scarpe ai piedi, ben presto imitato da alcuni altri compagni di viaggio...
Come si vede, fra il voler aiutare e creare problemi, il passo è breve, eppure qualcosa, comunque, si può cercare di fare.

Oggi, milioni di nuovi profughi, questa volta pakistani, stanno fuggendo dal Pakistan, incendiato dalla nuova, ennesima guerra, verso un Pakistan più sicuro, ma chissà fino a quando.
Per molti di noi, qui in occidente, tutto questo non è che un tragico fatto, fra i tanti al mondo, degno al massimo di una distratta occhiata dalla poltrona, davanti alla tivù.
Ma per chi c'è stato, anche se otto anni sono ormai passati, dimenticare o girare la testa, credetemi, è veramente impossibile.

giovedì 21 maggio 2009

Religiosità Religione Religioni

Non sono per nulla sinonimi, e nemmeno assimilabili.
Religione deriva dal latino religere, ossia raccogliere formule e atti rituali.
Come si vede, siamo già su di un piano esteriore, anche se in non negativo.
Religiosità è dal tardo latino religiositas, con un significato già svincolato dal precedente, riferito al piano interiore e soggettivo di ricerca di valori eterni ed assoluti.
Per molti spiriti illuminati, è sinonimo di ricerca di verità.
Einstein diceva che, in tutti i tempi, molti atei, rifiutando la figura di un dio parziale, fatto ad immagine dei difetti umani, erano e sono veri ricercatori di Dio come verità.
Religioni non lascia dubbi: si riferisce a differenze sul piano dogmatico, teologico, rituale ed esteriore, imposte dai successori di grandi spiriti umani illuminati ( Mahavira, Budda, Gesù, Muhammed, solo per citare in ordine cronologico i più noti), che hanno prodotto, nell'ordine, il Giainismo, il Buddismo, il Cristianesimo e l'Islamismo, nelle loro varie sette...
Non voglio fare commenti a questo livello, ritengo che, al di là della forma esteriore, si equivalgano tutte, nel loro senso originario più profondo.
Gandi, il più grande profeta dei tempi moderni (ed il più frainteso, odiato e deriso, al di là delle dichiarazioni ufficiali e della retorica celebrativa), ha detto cose molto illuminanti su questo argomento.
Ai vari missionari cristiani di tutte le sette, che pullulavano ( e pullulano) in India, i quali, facendogli notare la vicinanza del suo insegnamento a quello di Gesù, gli chiedevano di convertirsi al cristianesimo, rispose, con profondo rispetto: potrei farlo nel momento in cui, questi amici, mi dimostrassero, con il loro comportamento, di mettere in pratica il Suo insegnamento...
Preferisco, nell'attesa rimanere fedele alla mia origine induista e cercare di seguire, nella mia pratica quotidiana l' essenza dei testi sacri indiani, soprattutto la Githa, i Riga e le Uphanishad.

Gesù fondò una religione basata solo sull'amore, ma fu frainteso... Così, pur con caratteri peculiari per ciascuno, fecero anche Mahavira, Budda e Muhammed.

Tralascio ogni considerazione sulle attuali religioni, sulla loro storia recente ed antica...ognuno le faccia da , nel profondo della propria coscienza: non è così importante.
Ciò che conta, scelto un buon insegnamento, è di cercare di metterlo in pratica, nella vita quotidiana, seguendone i principi essenziali.
Ricordo solo due frasi, tratte dalla Bibbia: "Non costruite templi se non nel vostro cuore" e " Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli...".

A Lomé, capitale di uno dei paesi più poveri del mondo, mentre il palazzo dell'Assemblea Popolare è meno decoroso di una stalla modello, ad esempio della Baviera, esiste un edificio così grande, sontuoso, avveniristico, quale non ho visto, in Italia, nemmeno a Milano ( e Milano non è Lomé!).
Avrete capito che è una banca...
Eccole le vere ed uniche cattedrali dell'era moderna, templi di quell'unico dio ormai da (quasi) tutti adorato, ricercato, invocato, fino alla più sfrenata idolatria.
Speriamo che nel suo nome, non si compia in pratica, quella unità di tutti i credenti di tutte le religioni, così a lungo-ed inutilmente- invocata, predicata e retoricamente proposta dai grandi capi religiosi, specie nella nostra attuale "aurea Aetas".

martedì 19 maggio 2009

Olio d'uovo 2 - Digressioni e variazioni sul tema

Da qualche giorno sono tornato a casa, sano e salvo, come si suol dire...
"Gate gate, paragate, parasamgate, bodhi siva" , che significa "andato, andato, andato al di là, sull'altra sponda, sano e salvo". (Sanscrito, dal sutra del cuore).
Ero arrivato in Togo il 21 Aprile, lo stesso giorno di un tentativo di colpo di stato, messo in atto dal fratello del presidente Faure Egnessambé, mentre questi era in Cina, in visita di stato...
Quando si dice "parenti serpenti", qualche volta sembra proprio vero, ma guarda un po'!
Vi ero arrivato non con l'arrogante sicumera di Giulio Cesare "Veni vidi vici ".
-Ed i francesi ancora ce lo invidiano, come ci invidiavano, incazzandosi, nel veder Bartali, quel volto triste d'italiano in fuga, quel naso lungo in cima a una salita (Paolo Conte). Poi, giustamente, hanno smesso di invidiarci, nel 1940, quando li abbiamo pugnalati alle spalle... ma lasciamo perdere-.

Ero arrivato con il solo scopo di preparare l'olio d'uovo, così come é stato.
Siccome due affezionati lettori hanno manifestato grande interesse sulla trasformazione alchemica, voglio spendere ancora qualche parola sull'argomento.
La parola alchimia, oggi chimica, deriva dall'arabo Al-kimiya, la (ricerca) della pietra filosofale, a sua volta dal greco Philosophia, amore della sapienza.
Il significato era fisico e metafisico: la ricerca, tramite la sapienza, della trasformazione spirituale interiore, oltre che materiale, di cui l'oro è sempre stato simbolo.
Da un punto di vista fisico, l'oro, fino ad oggi, è stato solo prodotto da processi di fusione atomica, e non da trasformazioni alchemiche, che avvengono per fenomeni elettromagnetici a livello di orbitali elettronici esterni di tipo quantico-probabilistici.
Quasi incredibilmente, fra gli altri, Tomaso d'Aquino scrisse un trattato sull'alchimia...
(Poi si traviò del tutto, con la Summa Theologiae).

Gli alchimisti antichi erano spesso spiriti eletti, eclettici studiosi, animati dal desiderio di ricercare la verità in modo globale: scientifico, spirituale e religioso... ma con i mezzi d'allora, che erano empirici.
Non hanno prodotto quasi mai alcun danno agli altri, ma, spesso, molti benefici e per questo, molti, sono finiti al rogo.
I moderni chimici, pur non producendo solo benefici, non finiscono mai al rogo (per fortuna), ma spesso, a quella fiera delle vanità che é il salone delle premiazioni dell'istituto per i Nobel di Stoccolma...

Per distillazioni successive, si cercava di estrarre la quint'essenza della materia sottile, una specie di anima delle cose, mentre il crogiolo serviva per trasformare al calore, la natura visibile della materia in nuove sostanze, e così via.

La preparazione dell'olio d'uovo sintetizza bene due principi fondamentali delle trasformazioni alchemiche: la essenza fisica della vita biologica, dell' energia creativa della forza vitale, il rosso d'uovo, appunto, ed il potere trasformatore-purificatore del fuoco...
Per questo è così potente.
I chimici d'oggi potrebbero facilmente individuare e nominare tutte le migliaia di molecole che si formano nel processo, ma nominare non sempre significa anche capire...
Pur non essendo chimico, qualcosa ho già cercato di dire, ma voglio aggiungere dell'altro.
Avete presente lo speck (quello originale, quasi introvabile), oppure il pesce affumicato?
Non solo sono una delizia per il palato, ma rendono le sostanze imputrescibili.
Centinaia di molecole antibiotiche, antimicotiche, antivirali, si formano nel processo di fumigagione, alcune anche molto tossiche, come i derivati del ciclopentanopeiidrofenantrene (e il nome stesso incute oscuri timori), potenzialmente cancerogeno. Per questo tali prodotti vanno presi a piccole dosi.
Ma l'olio d'uovo contiene anche ben altro.
Fra l'altro, fosfolipidi ed acidi grassi ricchissimi di doppi e tripli legami (se non brucia troppo!), notoriamente efficaci nel ridurre il rischi di trombosi ed infarto, per il potente effetto anti aggregante ed ipocolesterolemizzante... (ma che vorrà dire questo parolone?)...
Parole, appunto, finché non vengono messe in pratica, ad esempio nella cura della tubercolosi, ma non solo. Anche infarto, angina, ipotensione, astenia, malattie croniche virali, batteriche, parassitarie, come ho potuto verificare più volte...
Nella tubercolosi, ad es., anche piccolissime dosi (sicuramente non tossiche), ce la fanno, in pochi giorni, anche nei casi più gravi e con i ceppi più virulenti.
Ricordo, invece, che l'attuale terapia antitubercolare, prevede l'associazione da due fino a sette sostanze, (mediamente tre), per sei mesi l'anno, per tre anni e con risultati per niente certi e definitivi in tutti i casi.

Si, ma l'olio d'uovo non é scientifico...
Questo lo dici tu e te lo fa dire la tua ignoranza e la tua visione parziale e preconcetta...
E poi, scusate tanto, ma se anche fosse così, chi se ne frega...!

domenica 17 maggio 2009

É tempo di... Equiseto

Equiseto o Coda Cavallina (Equisetum Arvense)

Nei campi nei fossati, nei luoghi umidi ma anche nei terreni argillosi, in primavera si trova una specie di asparago che costituisce la parte fertile, con le spore dell’equiseto.
Mentre questo scompare, spunta la spiga verde sterile che sembra un piccolo abete e diventa alto fino ad un metro, che si potrà raccogliere anche in piena estate (poi le punte cominciano ingiallire).
E’ una pianta arcaica, del gruppo delle crittogame, che non produce né fiori, né semi (ma spore), né foglie, ma solo rametti ed uno pseudo fusto.
Per arrivare fino ai nostri giorni ha avuto un grande successo evolutivo e particolari doti di resistenza a tutte le malattie. Anche per questo ci é molto utile.

Ricchissima di Sali minerali: calcio, potassio, magnesio, silicio, zinco
mineralizzante e depurativa:
- nelle carenze di Sali minerali, per rinvigorire le ossa, elasticizzare le articolazioni, nella sciatica, per rafforzare unghie capelli.
- nella cura delle malattie renali e vescicali.
- nella prevenzione del cancro, per l’alto contenuto di silicio e zinco e probiotici.
- è preziosa quando c’è uno stato d’animo di paura

Si utilizza fresca o secca.
Va seccata - non al sole - ma in luogo aerato e rapidamente meglio muovendola spesso.

Si può usare in tanti modi:
per via interna ed esterna

Infuso
con i germogli freschi in primavera

Decotto-mineralizzante
Un cucchiaino secco o un cucchiaio fresco, per una tazza d’acqua fredda, quando arriva a bollore abbassare la fiamma e lasciar sobbollire dieci minuti e filtrare. Diventa rosso arancio.
Si può prepararne almeno un litro e berlo nella giornata.

Clistere
- per pulire in modo dolce l’intestino, e quindi il sangue
- per ritrovare uno stato d’animo leggero e positivo.
Usare una manciata fresca - o un cucchiaio colmo di equiseto secco- per ogni litro d’acqua, fredda. Sobbollire leggermente almeno tre litri, poi aggiungere acqua fresca fino a temperatura corporea.
Fare il clistere gradualmente per tre volte, non tutto insieme, iniziare con mezzo litro d’acqua, rilassare poi rifare.

Semicupio
Per lombaggine – depressione.
Lasciar macerare l’Equiseto – per una notte, 100 gr di equiseto – La mattina riscaldare e unire altra acqua in modo che i Reni siano immersi (l’acqua si potrà riutilizzare).

Impacco caldo – umido
Applicare, sulla zona da trattare, delle manciate di pianta secca. Coprire con un panno caldo-umido e sostituirlo con altri, appena tende a raffreddare: per almeno un’ora.

E ancora:
-per un pediluvio rilassante
-per sciacquare i capelli

In cucina
L’asparago, che costituisce la parte fertile, si può cucinare con le uova strapazzate.
I germogli freschi di primavera, passati in una pastella di uovo, acqua, farina e sale, vengono poi fritti . Il fritto ha un effetto ricaricante sui reni (2-3 germogli e il fegato non subirà alcun danno).

Macerato
Si può usare per rinvigorire o curare le piante nell’orto.

giovedì 14 maggio 2009

Il mal sottile: la TBC

Detta anche tisi (dal greco ftysis, consunzione), scientificamente tubercolosi, per i caratteristici noduli che ne costituiscono la base anatomo - patologica, é da sempre il male più temuto, che suscita orrore e vergogna, paura ed umiliazione, vituperio e desolazione.
Associata alla miseria ed ai vizi, anzi, agli stravizi, specie quelli legati al sesso, alla masturbazione, alla prostituzione, alla lussuria, ma anche al sovraffollamento, alla promiscuità, all'aria viziata delle case più malsane e povere, eccolo il male che simboleggia tutti i mali dell'umanità, dai suoi albori ai nostri giorni.
E' superata, nella cattiva reputazione, solo dalla peste, che però morde e fugge, (mentre la tubercolosi dura anche decenni), e dalla lebbra, causata da un mycobatterio, come la TBC, che però è a bassissima contagiosità, almeno nelle fasi avanzate della malattia.
Quasi tutti ne siamo stati contagiati, ma relativamente pochi se ne ammalano.
Ne muoiono ogni anno circa due milioni, più dell'AIDS, ma meno che per la fame e per le malattie del benessere: aterosclerosi, infarto e diabete.
L' acronimo usato, TBC, dimostra che il nome stesso, tisi o, più modernamente, tubercolosi, é un tabù...

Finché Redi e Spallanzani non dimostrarono che la generazione spontanea non esiste, i peggiori pregiudizi, che ho citato sopra, costituivano anche le più forti ipotesi sulla sua origine.
Poi arrivò il grande Pasteur, a dimostrare l'origine microbica di tante malattie, e Koch (nel disegno a lato), che individuò il mycobatterio nello sputo dei malati.
Lo stesso Koch scoprì anche il bacillo del colera.
Entrambi sono premi nobel della medicina.

In letteratura infinite opere hanno per protagonista la malattia stessa.
Fra tutte, basterà citare "La signora delle Camelie", di Dumas, che Verdi musicò mirabilmente con il nome, significativo, di Traviata.
Un po' per sdrammatizzare, mi permetto una piccola digressione.
La prima di Traviata, alla Fenice di Venezia, con la presenza di Verdi, fu un clamoroso fiasco, vuoi per l'argomento scabroso, vuoi perché la soprano protagonista era, secondo la moda dell'epoca, piuttosto... robusta, rubizza e compatta, suscitando ilarità, schiamazzi e fischi nel momento della tragica fine per "consunzione".
Verdi, in una notte burrascosa, se ne tornò in carrozza a villa Condulmer, presso Mogliano, ove era ospite.
Per accanimento della sorte, la carrozza, sotto un diluvio, si rovesciò in un fossato...
Presso la stessa villa, oggi "Hotel de charme" é ancora visibile il piano sul quale il maestro compose alcuni brani della sua opera, divenuta poi un successo universale.

Ma torniamo alla TBC. Il batterio che ne è causa è caratterizzato dal fatto di avere una struttura di membrana molto resistente, di trattenere la colorazione (metodo di Ziell - Nillsen) anche dopo lavaggi con alcool assoluto e acido solforico, di essere insensibile ai comuni antibiotici e di essere altamente contagioso, anche a concentrazioni ambientali minime.
Inoltre, si diffonde con le goccioline di saliva che emettiamo respirando e parlando.
Per nostra fortuna immunitaria, pur essendone (quasi) tutti contagiati, nel 90-95% superiamo indenni il contagio.
Nei paesi più poveri, invece, per molti motivi, la morbilità é molto più alta.
Acido P-aminosalicilico, Idrazide dell'acido isonicotinico, streptomicina, etambutolo, rifampicina e pyrazinamide sono i farmaci più noti e usati in terapia.
Molti, da noi, non sono più usati, perché estremamente tossici, ad es. la streptomicina, che provoca quasi sempre sordità e danni al fegato ed ai reni (ma altrettanto tossici sono anche altri).
In Africa, invece, per il basso costo, sono tuttora usatissimi.
La cura è (unico caso), del tutto gratuita, ma dura anni, i dispensari sono spesso molto lontani, non ci sono i soldi per pagare la benzina, la informazione é carente, e la vergogna fa il resto...
Aggiungi che, attualmente, stanno emergendo ceppi estremamente virulenti ed insensibili a tutti i farmaci noti, anche in associazioni multiple, ed il quadro é completo.

L'olio d'uovo, di cui ho parlato diffusamente nel precedente articolo, si é dimostrato quasi shoccantemente efficace in tutti i casi, fino agli stadi terminali...
Ben noto in Giappone, dove é nato, venduto nelle farmacie e ben studiato a livello universitario, ha subito, dopo la bomba di Hiroshima e Nagasaghi, lo stesso destino di molte altre nobili e buone tradizioni giapponesi: l'oblio e il non riconoscimento ufficiale, anche per coprire gli interessi delle multi nazionali del farmaco.
Molti altri prodotti naturali sono, oggi, allo studio, perché la malattia, vuoi per la multi resistenza, vuoi per i nuovi ceppi ultra virulenti, sta creando il panico nella comunità scientifica, ma i pregiudizi, specie quando coprono enormi interessi, sono duri a morire.

Ho lasciato al villaggio, in Togo, una scorta d'olio d'uovo sufficiente per cercar di curare tutti i casi di TBC, anche nei villaggi vicini e per molti anni.
Spero nella collaborazione dei miei amici laggiù, anche perché, forse, non tornerò più in Togo.
Voglio portare lo stesso prodotto in altri paesi, ed imparare l'uso di nuovi rimedi, naturali ed efficaci.
Non vanto nessun merito personale, non ho aspettative di nessun genere, che non siano la salute delle persone malate...

Voglio solo ringraziare e benedire quel medico, morto da tantissimi anni e sua nonna: veri umili benefattori dell'umanità.
Ma per loro e quelli come loro, non ci sarà mai alcun Nobel, solo quello della propria coscienza.

Grazie Africa, grazie di tutto ed a tutti, ed arrivederci a presto, in qualche altro indimenticabile, magnifico e terribile Paese!

martedì 12 maggio 2009

Olio d'uovo - Una trasformazione alchemica.

Ieri, finalmente, ho preparato l'olio d'uovo.
Si tratta di una ricetta, vecchia di secoli, derivata dalla tradizione popolare giapponese.

Tra la fine dell'ottocento ed i primi del novecento, un medico giapponese era divenuto famoso in tutto il mondo per i sorprendenti effetti da lui ottenuti nella cura della tubercolosi.
Famoso al punto che bastava indirizzare una lettera al "dottor TBC, Giappone", che questa veniva regolarmente recapitata.
Un giorno, finalmente, egli svelò il segreto della sua medicina: nessun segreto, era la ricetta di sua nonna per la preparazione dell'olio d'uovo!

Oggi, quindi, voglio parlare diffusamente e dettagliatamente di questa ricetta, avendo ripetutamente ed in più parti del mondo verificato l'efficacia estrema di questo rimedio della nonna nel guarire quella che, da sempre, è la più temuta (ed anche la più diffusa) delle malattie, la tubercolosi.

Quella che segue é una cronaca, quasi in diretta, di una trasformazione alchemica tramite il calore, che ho cercato di documentare anche fotograficamente.

Ho fatto comperare cinquanta uova al mercato del villaggio vicino, perché qui, nonostante qualche micro pollaio, dono di una Onlus giapponese, preferiscono lasciar libere le galline perché, mi hanno spiegato, crescono meglio, non si ammalano e la carne è più buona (ma anche perché, al chiuso, andrebbero nutrite, e qui tutto è prezioso...).
Così le uova si disperdono nella foresta, per il piacere di serpenti ed altri animali, che abbondano ovunque (spesso te li ritrovi in casa).

Delle uova ho utilizzato solo i rossi. Le cinquanta chiare sono andate a ruba fra i vicini di casa: cibo prezioso e gustoso (e noi le gettiamo nel lavandino...).
Mi hanno prestato un utilissimo (ed olezzante) fornello a petrolio, ed una pentola in alluminio pesante, con la forma del "pot au feu", ossia panciuta ed un po' ristretta in alto.
Questa pentola è la diretta discendente, in qualche modo, del crogiolo degli alchimisti.
In essa ho versato i cinquanta rossi ed ho acceso la fiamma, a fuoco medio.

La massima cura va messa nel mantenere la fiamma moderata, affinché il tutto non finisca per bruciare. Ci vuole pertanto un po' di pazienza, giacche il tempo di preparazione è di due o tre ore, a seconda della quantità d'uova.
Il mestolo (un ramo d'albero), non deve mai restare fermo. Con questo, manovrato in varie maniere, si rimescolano, triturano e strizzano i coaguli che rapidamente si formano.
Questa è la fase delle "uova strapazzate": quando la temperatura supera i 45°C, le proteine cominciano a coagulare, unendosi le una alle altre, tramite legami idrogeno, fra i teminali aminici NH e quelli acidi COOH.
In questa fase c'è un viraggio da Sol (proteine disperse in fase acquosa), a Gel (acqua rinchiusa da trame proteiche).
Altri legami si formano tra i gruppi sulfidrilici (SH) degli aminoacidi solforati, abbondantemente presenti nell'uovo, facilitando la creazione del coagulo. Sono questi gruppi che danno il caratteristico odore alle uova marce.

Mescolando e frantumando il grosso coagulo, l'acqua dispersa nel Gel comincia a liberarsi sotto forma di vapore.
Questa fase, in cui i tuorli virano da un bel giallo - uovo al bruno sempre più scuro, dura molto a lungo, oltre un'ora.
Verso la fine di questa fase, quando la temperatura raggiungerà in tutta la massa i 100°C, l'acqua residua entrerà in ebollizione, formando una nube di vapore chiaro, che solleverà i residui d'uovo frammentati, in una prima bolla, la bolla di vapore.
Ora la temperatura potrà salire oltre i 100°c, ed i frammenti d'uovo coagulati cominceranno a gemere le prime tracce oleose: colesterolo, trigliceridi, fosfolipidi (fra cui lecitine ed altri).
A questo punto la fiamma va abbassata, per non provocare la friggitura dell'olio che va formandosi.

La fase dell mosche impazzite.
Quando il calore ha cominciato a liberare i primi residui sulfidrilici, dal tipico odore, ho cominciato a sentire ronzare le mosche.
In poco tempo, dai quattro angoli del mondo, migliaia di mosche, di tutte le forme, dimensioni e colori, hanno formato una vera nuvola, tutto intorno al paiolo, gettandosi come impazzite a succhiare i frammenti e i micro spruzzi fuoriusciti dalla pentola.
Fra l'altro, in pochi minuti, hanno fatto piazza pulita dei residui rimasti nei gusci.
Non avevo mai visto nulla del genere: venivano a nutrirsi e curare le loro malattie...
Ho capito d'essere sulla strada giusta...
Intanto, la piccola nube azzurrina di vapore d'acqua, cominciava ad essere sostituita dai primi fumi dell'olio, sempre più scuri.
L'odore, la mescolanza di odori: zolfo, petrolio, olio che comincia a bruciacchiare, impregna ogni cosa, ed un puzzo degno dell'ultimo girone dell'inferno si legherà, quasi indissolubilmente a tutto: maglietta, capelli, perfino i sandali...In confronto, la sigaretta sembra aria d'un mattino di primavera...
Il tutto, ora, comincia a gemere e sfrigolare: "Come d'un ceppo verde ch'arso sia da l'un dei lati, dall altro piange e geme, per fumo che va via" (Dante, Inferno).
Abbassare ulteriormente la fiamma, sempre rimescolando, nel mentre si formerà la seconda bolla, quella dell'olio in ebollizione.
I residui solidi tendono di nuovo a riunirsi in un secondo coagulo, sempre più pastoso, filante e leggermente vitreo, come il caramello.
L'olio comincia a separarsi in massa.
Facilitate la separazione, inclinando un po' la pentola e portando la ganga in formazione da un lato, lasciando lo spazio per la bolla oleosa che si forma.
Alzare al massimo la fiamma, per mezzo minuto e spegnere il tutto. Sollevando il mestolo, la massa solida verrà via del tutto, pietrificata in carbone puro.


Attendere che il tutto raffreddi, quindi filtrare e travasare in boccette di vetro scuro, con contagocce.


Ecco l'olio d'uovo, perenne, incorruttibile, pronto a guarire anche i casi più gravi di tubercolosi...


Ma di questo parlerò un altro giorno.

sabato 9 maggio 2009

Parliamo di Einstein

In queste torride notti Africane, tormentato dal sudore che non cessa mai e dalle punture delle zanzare, moleste e potenzialmente pericolose (è impossibile evitarle ma, ad ogni modo ho l'artemisia), mi alzo molto presto, nel cuore della notte, e leggo.

Ho portato con me un solo libro: "Come io vedo il mondo - La teoria della relatività", di Albert Einstein, Newton Compton, 2006.
Non posso nascondere la fortissima ammirazione e simpatia che provo per questo grande personaggio, non solo sul piano scientifico, ma anche su quello umano.
Lo accosto, come valore, a quello di altri grandi personaggi della storia: Socrate, Leonardo, Giordano Bruno, Shopenhauer, solo per citarne alcuni.
Nella sua gioventù fu travagliato da sofferenze economiche, incomprensioni ed isolamento imposto dalla società dell'epoca.
Forse anche grazie a questo decise di dedicare tutta la sua vita alla ricerca della verità, della bellezza e del giusto (sono sue parole).
Quasi nessuno, ancor oggi, lo ha veramente capito, non solo per quanto riguarda la teoria della relatività, ma anche per le ultime, geniali intuizioni, ancor oggi rifiutate, nonostante l'evidenza scientifica. In particolare la teoria del Campo Ondulatorio Universale e quella della quinta forza repulsiva, oggi ben dimostrata, ma volutamente ignorata, perché troppo scomoda...(la scienza non è sempre neutra ed obiettiva).
L'attuale corrente "vincente" della fisica teorica fa capo a Bohr ed alla sua scuola di Copenhagen, ed ha prodotto, per limitarmi all'Italia, fisici quali Fermi e Rubbia.
Questa stessa corrente giunse ad umiliare il genio di Einstein, nei suoi ultimi anni, facendolo passare per semi infermo di mente e forzandolo a ritrattare le sue grandi, ultime intuizioni, di cui ho detto prima.
Purtroppo, quella stessa scuola ha prodotto, fra l'altro, la bomba atomica ( A ed H) e le centrali nucleari.

Tornando ad Einstein, cito una sua frase che ne documenta l'alto valore umano e morale: "Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura ed in che senso egli é giunto a liberarsi dall' io".

Tuttavia, non posso accostare Einstein a figure quali Budda, Gesù o Gandi.
Forse il suo più grave errore, di cui poi ebbe a soffrire per il resto della sua vita, fu quello di spingere il presidente Rooswelt, con tutta la forza della sua autorevolezza, a liberare gli ingenti fondi economici per costruire, prima di Hitler, la più terribile delle armi di distruzione di massa: la bomba atomica.
Quella stessa che nel 1945, distruggendo centinaia di migliaia di vite umane (ancor oggi continuano a morirne) di Hiroshima e Nagasaki, pose fine alla seconda guerra mondiale.
Al tempo stesso, però, diede anche inizio all'era del materialismo consumistico, rapace ed egoistico che ha caratterizzato, anche se in modo diverso, il mondo capitalista e marxista, ed oggi, dopo la caduta del muro di Berlino, continua ad improntare, ahimè, il momento storico in cui viviamo...

Io penso che il male non si possa combattere e sconfiggere con il male stesso, ma Einstein, anche se per motivi comprensibili, era disperatamente angosciato dall'idea che Hitler potesse vincere la guerra e conquistare il mondo...

Poco prima di morire scrisse un altissimo testamento morale contro la guerra.
Dopo la sua morte Bertrand Russel lo consegnò a coloro ai quali era destinato: i potenti della terra ed i cenacoli scientifici più importanti.
Ma purtroppo, si sa, queste persone, anche se ascoltano, non hanno mai messo in pratica tali consigli...
Per questo motivo, penso, Gesù lanciò il suo messaggio ai puri di cuore ed ai poveri in spirito, e Gandi testimoniò, fino a morire ucciso, la sua filosofia pratica, basata sulla non violenza.

Nonostante questo, tuttavia, Eistein sarà a lungo ricordato come uno dei più grandi geni della recente storia della'umanità.
E giustamente.

giovedì 7 maggio 2009

Notizie dall'Africa

Sono ritornato in Africa, nel villaggio di T., anche se con qualche piccola difficoltà di percorso.
Voglio rassicurare tutti gli amici che seguono il blog: sto bene, e così pure l'artemisia che avevo piantato il mese scorso.

L'ho trapiantata, ed ora una decina di piantine sono la nuova sfida alla malaria e la nuova, piccola speranza per il futuro.
Non sta per niente bene, invece, la cavalletta, quella che ogni notte distruggeva i nuovi germogli d'artemisia.
Avendo completato il suo ciclo vegetativo, è morta stecchita ai piedi dell'artemisia, e così l'ho fotografata...

Ah, cavalletta, cavalletta, tu che innocentemente, ogni notte, ti mangiavi le speranze degli africani, forse non saprai mai quante cavallette a due gambe, forse per gelosia od invidia o, forse solo per avidità, fanno la stessa cosa!

Fra qualche giorno preparerò ancora l'olio d'uovo, per curare la tubercolosi.
Ho rivisto l'uomo che tre settimane fa ne stava morendo.
In pochi giorni, grazie all'olio d'uovo, ha ricuperato energia, appetito e forze.
Ha ripreso a vivere, muoversi, lavorare... e sorridere, come si vede bene nella foto.

Anche la bambina che rischiava di morire per malaria, dopo la cura con artemisia e la trasfusione di sangue da suo padre, è guarita del tutto.

Mi sento un po' più tranquillo e rasserenato.

Contro il buio del cielo, i primi chiarori dell'alba disegnano il profilo di lontane colline, avvolte da una nebbia leggera.
Un nuovo giorno sta per cominciare, come ogni giorno, da sempre e come sempre...
L'alba di un nuovo mattino africano, antica come le montagne, giovane come i nuovi germogli d'artemisia, spuntati nel cuore della notte, disegna, sullo sfondo del cielo terso, trame geometriche di palma, avvolte dal silenzio, ad incontrare la luce.

Buon giorno a tutti


A proposito della epidemia d'influenza A H1N1, vi informo che la soia verde si è già dimostrata efficace nel debellare la malattia (vedi nel blog soia).
L'allarmismo, invece, serve solo a deprimere ulteriormente il sistema immunitario.
D'altra parte, visto che la malattia non è così pericolosa, è gia passata in secondo piano, nei media.
Il vaccino sarà pronto fra mesi, quando il tutto sarà già dimenticato, ed il virus, forse, non più lo stesso...