I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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mercoledì 28 dicembre 2011

Parkinson e Alzheimer: Una bella storia di Natale, finalmente!

La tentazione di riferire sugli orrori che questa povera Italia offre ogni giorno, senza più alcun pudore di sè, quasi ostentatamente: arroganza, ignoranza, razzismo, stupidità, ecc., è forte; ma non voglio rubare il pane ai cronisti di 'costume'.
Siccome l'episodio che sto per narrare, vero in ogni dettaglio, mi vede anche come protagonista, per non creare malintesi devo chiarire che non avevo il coraggio di raccontarlo; un po' per pudore, un po' perchè non è granchè. Ma se il convento non offre di meglio, vogliate scusarmi.
Era una quindicina d'anni fa, sotto le vacanze di Natale. Vivevo con mia moglie, per libera scelta, in una capanna di nove metri quadri, incluso il pianoforte ... Nè acqua nè WC, ma nessuno è morto, anzi! Un giorno prossimo a Natale mi contatta, disperata, una giovane ragazza, che aveva seguito un mio corso di Shiatsu.
Giuseppe, ti prego, vieni a fare qualcosa per il mio babbo: io e mia sorella siamo disperate ... La mamma, anche sta male: entra ed esce dal manicomio, ma il babbo è peggio.
Vado. Una sala da pranzo dove da anni non entrava un filo di luce. Un'aria greve, stantia. Mobili e soprammobili da decenni fissati come in una foto ingiallita dal tempo. Su una sedia un uomo ... sì, un essere umano, sulla sessantina, gli occhi persi a fissare un piatto semivuoto con pochi avanzi di cibo. La bocca semiaperta, col labbro inferiore cascante. Un filo di bava unisce il labbro al piatto. Parkinson aggravato dall'Alzheimer, dicono i Dottori ...Da mesi non parla, non si muove, non reagisce: unica cosa che riesce a fare è mangiare e  sbavare per ore, con la lentezza del parkinsoniano e l'automatismo dell'Alzheimer...
Le due sorelle si sono ritagliate in garage un minuscolo spazio di sopravvivenza: qualche post di spiagge tropicali, due altoparlanti, i muri pitturati di fresco con i colori del cielo ... Ma la gran parte del giorno la passano ad assistere babbo e mamma, parimenti invalidi, pur nella totale diversità delle due situazioni.
Che fare, oltre che una pazzesca voglia di piangere ed andarmene?
Per mezz'ora massaggio quelle rigide spalle, non più sfiorate da dita umane negli ultimi decenni. Spalle gelide come il marmo, dure come l'acciaio. Alla fine le mie dita, intorpidite per la fatica, percepiscono un tenue, debole calore, unico segnale che, là sotto, scorre ancora la vita di uno che fu anche un essere umano...
Era stato professore di matematica, alle superiori, molti anni prima. Avvicino la bocca all'orecchio di quel volto impietrito a fissare il nulla ...
Tu, vuoi bene alle tue figlie?. Prima bisbiglio, poi parlo, alla fine urlo con tutte le mie forze, quasi disperato...
Il babbo non sente, non parla, non si muove, ormai da molti mesi ... E' inutile, Giuseppe ...
E invece no! Ha un piccolo sobbalzo: lentamente gira un po' la testa, alza gli occhi: accenna d'aver capito: fa di sì con la testa. Allora, se vuoi bene, perchè le stai uccidendo per il tuo egoismo?  Di che vuoi bene! - Sto urlando! Finalmente, da quella bocca sbavante, finalmente un mormorio! Più forte, più forte, PIU' FORTE!!!!!! ALZATI E DILLO PIU' FORTE!!!!!
Lentissimamente, in un tempo più lungo di tutta l'eternità, si alza ... Si alza e, finalmente, esce il suono: voglio beneee, quasi un belato. Più forte, più forte, più forte!!! Ripete, ripete, ripete: voglio bene, voglio bene ... e lacrima, lui come tutti i presenti ...
Lì dietro c'è un pianoforte; lo apro, provo i tasti: tutto completamente stonato. Da quanti anni non viene suonato? Da quando il babbo era giovane. Allora oggi lo suono io, che non so suonare. Dalle mie dita esce, non so come nemmeno oggi, da quel cacofonico rudere, la più bella musica di Natale di sempre ...
Esco, nella frizzante mattina d'una giornata prenatalizia di parecchi anni fa.
Dopo due mesi, alla stazione, una giovane sconosciuta mi vede, mi abbraccia tutta eccitata. Giuseppe, Giuseppe, il Babbo ha ripreso a vivere: anche la mamma sta molto meglio ...

Non voglio commenti a questa storia. Non è miracolo, non è bravura, non è niente di niente. Solo la magia di un pianoforte scordato, sotto Natale, alcuni anni fa.

I really wont to give thanks to the nombreous, unknown followers of the blogs, wich are reading my posts since the beginning, for years. Spcially to people living in Moutain View, California; but also to the many others, all around the planet. Happy New Year!
Giuseppe







giovedì 15 dicembre 2011

Febbre: una malattia o una benedizione?

Piani di castelluccio: pulizie all'alba
La Medicina contemporanea definisce la febbre non come malattia, ma come sintomo, associato a svariate situazioni patologiche, e però utile finalisticamente per la produzione anticorpale ... Tutto qui?
Per inciso, perchè allora moltissimi medici intervengono solo a stroncare questo benefico sintomo, con farmaci che, per alcune ore, lo reprimono? E non solo nei casi di ipertermia maligna, rarissima e che mette a rischio la vita del paziente... Anche le convulsioni febbrili dei bambini, rarissimamente producono danni cerebrali permanenti. Nella quasi totalità dei casi sono la risposta di un sistema nervoso ancora ipereattivo alle infezioni virali e ... al'atteggiamento di panico di troppe mamme, e di numerosi padri. L'ansia della mamma (o del padre) si riversa sul bambino che non ha adeguati  filtri protettivi; e se sommiamo uno più uno, come minimo farà due (e a volte anche più di due!). Chiudo l'inciso, anche perchè ho già dato, moltissime volte, le istruzioni del caso alle mamme (ed ai padri) troppo ansiosi.
Tutto qui? L'unica utilità consisterebbe nel produrre anticorpi? No, la stessa medicina riconosce anche che la febbre aumenta il metabolismo ( e con questo anche l'eliminazione delle tossine accumulate, aggiungo io ...). Ma oltre questo, la febbre è sempre vista come risposta ad un 'insulto comunque aggressivo' da parte dei soliti nemici, virus e batteri. Su questo livello credo che cominciamo ad essere un po' bloccati, se non fissati del tutto. Lo slogan citato è, infatti, ormai dato per buono da quasi tutti, anche dal comune pubblico dei non addetti ...
Osseviamo di nuovo, allora, la natura. Proviamo a rivoltare una zolla di terra: mentre in superficie ogni erba conserva una certa propria individuabilità, le radici, sotto, sono un intrico totale. Ed insieme alle radici, nell'intrico, un mondo di vita invisibile: viru, batteri, muffe, alghe, protozoi, lieviti, e via dicendo. Evidentemente, se le erbe in superficie vivono rigogliose, ciò è dovuto all'intrico sottostante, in cui tutto vive, prospera (ed alla fine, anche muore, ma con continuo rinnovamento di forme di vita), grazie allo scambio d'informazioni (sotto forma molecolare, ma non solo), reciprocamente vantaggiose. Questo grazie alla pressione della selezione naturale, ed alla carica ... vitale della Forza Vitale!

Tutto, in natura, segue la legge dell'equilibrio dinamico e della mutualità reciproca. Solo l'essere umano fa allora eccezzione? No, assolutamente no!
Ogni 'affezione' virale, batterica  o da quant'altro, è davvero una grave minaccia (o non piuttosto una colossale cuccagna per le multinazionali - o mononazionali ...  del farmaco)? La vita, nella sua forma attuale, è avvenuta tramite il consociativismo, l'integrazione e la fusione trasformativa di forme di vita primarie, (ma  non primitive!) di micro-organismi, essi pure dotati di un altissimo livello d'evoluzione.
Qualcuno forse, mi chiederà, a questo punto, se voglio insinuare l'ennesima polemica contro la Scienza Medica Ufficiale, ossia di regime... Vuoi veder che questo pazzo sostiene la beneficità delle infezioni? No, io sostengo la beneficità delle 'affezioni', che, solo quando trovano nel nostro micro cosmo interno un habitat ideale, un pasto abbondante di tossine di cui si nutrirsi, virano in 'infezioni', queste sì pericolose!

Noi abbiamo bisogno di periodici contatti, almeno un po' approfonditi, con il microcosmo biologico che ci circonda e compenetra, e grazie al quale siamo vivi , per riparare i danni prodotti dal NOSTRO stile di vita innaturale.
Fino ad un certo punto, virus e batteri ci ... 'affettano', per così dire, a nostro e loro vantaggio. I virus nutrendosi del DNA danneggiato, che alligna soprattutto nelle popolazioni cellulari già divenute deboli.
I batteri, a loro volta mangiandosi le nostre tossine in eccesso. Per questo, giustamente, il nostro sistema immunitario lascia fare. Solo dopo alcuni giorni, grazie a ripetuti colpi di febbre, interviene con una massiccia produzione di anticorpi, per allontanare i commensali-spazzini, che stanno diventando troppo voraci e vivaci. Ma  la responsabilità é nostra, che abbiamo accumulato troppi messaggi chimici (tossine) e non chimici (stato d'animo), tossici.
Ed inoltre, se noi, sistematicamente sopprimiamo la febbre e ci bombardiamo con altri tossici (venduti soprattutto in farmacia), il più delle volte privi di qualunque ragionevole motivazione, finiremo per facilitare l'invasione e la moltiplicazione selvaggia di nuovi virua e batteri.

A mo' d'esempio, citerò quello che quotidianamente avviene nel nostro sistema idraulico - sanitario domestico. Continuamente arrivano nelle tubature residui organici ed inorganici d'ogni tipo. I primi sono in gran parte digeriti e resi fluidi dai microorganismi. Per i secondi ci vuole, invece un fil di ferro, forgiato ad uncino .... Ma quando la porcheria accumulata è troppa, il lavandino si ingorga. Allora va usato l'idraulico liquido, l'equivalemte della nostra febbre. Se l'draulico liquido è di qualità scadente (è stato diluito troppo, ad es.,con gli antifebbrili,  per mantenere la similitudine), o è troppo violento (ipertermia maligna, ad esempio), le cose si mettono ad andar male, L'ingorgo non si sgorga, oppure le condutture fondono!
Ma non basta: di quando in quando bisogna anche svuotare la ... fossa biologica. E questo lo si ottiene con il digiuno, o la dieta ristretta (immaginatevi se mentre pulite la vasca biologica, qualcuno continuasse a ... farla dentro!). All'occorrenza sevirà un buon clistere, ossia  l'intervento della ditta specializzata in svotamento dei pozzi neri ...

Smettiamola di dar la colpa di tutto a virus e batteri per primi, e poi anche a tutto il resto. Prendiamoci le doverose responsabilità nella nostra vita quotidiana, e quando ci ... 'abbeniamo', ossia produciamo la febbre, proviamo a restarcene solo a guardare, ammirando con stupore le 'mirabilia' che il nostro organismo sa compiere da sé, per saggezza ormai incorporata da miliardi d'anni. Restiamo tranquilli: siamo in bune mani!
E non chiamiamo subito quelli dei pozzi neri, che spesso, invece di svuotare, ci scaricano dentro una ulteriore valanga di solventi chimici, quando un po' d'idraulico liquido bastava ed ed avanzava!


Ah, quasi me ne scordavo. Tutte le volte che ho un disturbo di una certa entità: lombaggine, discopatia cervicale, stipsi, dolore meniscale, immancabilmente mi sale la febbre. Mi ficco a letto con sciarpa e cappotto, faccio una bella sudata e la mattina è tutto passato ... fortunato, vero (! ... ?)




domenica 11 dicembre 2011

Riparliamo di cancro, creativamente

Coni e bastoncelli danzano accarezzati dalla luce
Nell'infinitamente piccolo, a livello delle stringhe, sarebbe depositato uno degli infiniti segreti che compongono il mosaico infinito della verità.
La vita liberamente spira e fluisce, da un universo all'altro, grazie a quese ipotetiche stringhe, buchi bianchi sub nucleari, che tengono uniti i quark del protone, come delle altre particelle,  in un caleidoscopio continuamente cangiante e perennemente in contatto con l'essenza stessa della vita.
Nella microdimesione delle stringhe, che trascende la distanza di Fermi, sotto la quale le forze repulsive diverrebbero infinite, facendo scomparire il tutto in un nulla apparente e coerente con sè stesso, in quella segreta ed appartata microdimensione, dicevo, si creanno una serie di ipersfere, ipercubi ed iperpiramidi, ad 'n' dimensioni, all'interno delle quali possono liberamente circolare, fuori dalle leggi fisiche note del nostro universo, le informazioni ipercosmiche, a-spaziotemporali, con cui incessantemente si manifesta la forza creativa della Vita.

Il nostro DNA, creazione superspeciale della forza vitale, in una megadimensione macromolecolare ( mega rispetto alle stringhe!), grazie alla struttura esagonale simmetrica e speculare degli aminozuccheri che tengono insieme le due spirali, (scoperte, ma non create!, da Watson e Kreak), il nostro DNA, dicevo,  riesce, per risonanza, a captare il segnale non materiale e non ondulatorio, almeno nel senso della  nostra fisica attuale, che circola nel multiverso ad 'n' dimensioni, grazie alla speciale antenna, rivolta verso le profondità cosmiche, che è la nostra epifisi. A sua volta, tramite l'ipofisi, le informazioni che provengono dall'universo interno, il nostro organismo, sono riversate sugli aminozuccheri del DNA.
Se il segnale dell'unverso interno è armonioso (come accade quando vi è salute, cioè armonia di corpo mente e cuore), ossia lineare, coerente, continuo, come la luce laser, il DNA non protido-sintetico può correggere e riparae i danni di quel 10% di DNA preposto alla sintesi protido-enzimatica, salvando così l'organismo dal caos incoerente e divergente di informazioni, il cui paradigmatico esempio è ciò che viene chiamato cancro.

La chemio e radio terapia, purtroppo, intervengono ad uccidere alcune, ma non tutte, le cellule cancerogene, mentre aumentano il caos entropico della malinformazione di tutte le altre cellule.
I rimedi naturali vegetali (specie i cromogeni), come ho già cercato di spiegare in altra parte del blog, ci aiutano, per complementarietà metabolico-filogenetica, a riparare i danni che anche noi stessi arrechiamo al nostro patrimonio genetico, oltre quelli provenienti dall'ambiente esterno. Dobbiamo essere grati a questi antichissimi fratellini, che ancora ci aiutano, ma non possiamo delegare tutto a loro, specialmente ciò che possiamo e dobbiamo fare da noi!

Infatti noi possediamo una enorme capacità, tramite respiro, pensiero, movimento, alimentazione e stato d'animo, d'influenzare, a nostra volta, quel 90% di DNA, che la moderna biologia, vergognosamente, definisce inutile.
La Vita non è stupida come lo sono alcuni dei suoi discendenti, dall'apparenza esteriore umana!

A coloro che stanno vivendo nella disperazione di avere il cancro, ossia per esserselo creato, più o meno inconsciamente, da sè (giacchè le cause sterne esistono, ma sono solo concause, e non possiamo cambiare in un colpo l'ecosistema inquinato, in cui viviamo), io che di cancri ne ho avuti molti, e che attualmente ci convivo benissimo, propongo la seguente pratica.
Seduti, a busto eretto, ascoltate il respiro per cinque minuti, senza nessun intervento sullo stesso.
Iniziate quindi a pronunciare, lentamente, ad ogi inspiro, la parola AR - MO- NI- A...., ed espirando, inviatela a tutte le cellule.
Questo messaggio, che può essere sonoro o muto, nel giro di 10 o 15 minuti, giungerà ad essere percepito dal nostro DNA, che ritornerà in risonanza con la Forza Vitale ipercosmica, e comincerà a riparare i propri danni. Infatti, la forza vitale, a differenza dell'ambiete esterno, porta solo messaggi di vita!
Fate questo per almeno 15 minuti, più volte al giorno. Poi anche tutto il resto, ossia tutto ciò che riterrete più opportuno. Ma vi prego, radio e chemio il meno possibile!
Se fate, capirete: l'effetto positivo generale si manifesterà già con la prima pratica.
Per altre informazioni, potete consultare in questo stesso blog gli articoli 'Parliamo di cancro senza paura'.
Grazie, buna pratica e gioiosa vita, con o senza cancro.

Esprimo il mio ringraziamento al M° Yahiro per avermi insegnato, in pratica, l'esercizio proposto.

Aggiungo, infine, un breve commento alla foto in apertura di questo post. Si tratta di un' immagine tridimensionale, al microscopio elettronico a scansione, di una porzione di retina. I colori sono artificialmente aggiunti, ma l'immagine aiuta a capire, anche se solo in modo simbolico, i principi enunciati nell'articolo.
I bastoncelli, quelli chiari, lunghi e sottili, possono rappresentare le stringhe, che tengono uniti i Quark, qui rappresentati dai coni, di color verde, interposti fra i bastoncelli. Le sacche viola alla base sono i granuli cromogeni propri della retina, quelli che captano la luce e la ritramettono a coni e bastoncelli in frequenze specifiche per ciascun colore. A loro volta coni e bastoncelli  tramettono al sottostante nervetto ottico (non visibile), il segnale ricevuto. Voglio solo far notare come i cromogeni possano ben rappresentare, simbolicamente, altrettante uscite dai bastoncelli-buchi bianchi, in un'altra dimensione: cromogeni come 'sacche vitelline embrionarie' di un micro universo parallelo.
La luce, che crea la danza di coni e bastoncelli, in un cangiante caleidoscopio cromatico, rappresenta, infine, la Forza Vitale ipercosmica, che genera il tutto.




venerdì 9 dicembre 2011

Strauss Danubio Blu

Dedico questo famosissimo capolavoro a tutti quelli che stanno cercando il coraggio di guarire., e non solo dal cancro (vedi sotto e sopra). Buona vita.
Giuseppe


 

Lotta contro il cancro: una battaglia vinta?

Collaborazione (Iris in primavera)
No, la lotta contro il cancro si sta rivelando sempre più un guerriglia estenuante, che prelude ad una ritirata finale, stile Vietnam!
Questo per il modo con cui la lotta è stata impostata. Innanzitutto, solo facendo contro, senza cercare di approfondirne le vere cause, limitandosi, troppo spesso, ad una diagnosi precoce sbandierata come prevenzione! Il che ha finito per aumentato a dismisura il numero dei malati di cancro, che fino a quel momento erano portatori asintomatici dello stesso, senza però quasi nessuna utilità pratica, statistiche alla mano. Sono solo aumentati i ricoveri in anticipo sui tempi, mentre la sopravvivenza è stata aumentata, in pratica (e non sempre), solo di pochi mesi, ma apparentemente di molto tempo, solo per la diagnosi precoce ... Nessuna altra scienza, infatti, è altrettanto manipolabile della statistica, specie quando questa è impostata su meta-analisi  pilotate da enormi interessi economici di terzi. (Io stesso ne ho avuto una qualche esperienza, essendo stato ricercatore universitario, pur in altri campi, per alcuni anni. Era difficile resistere alla tentazione di ... adeguare un po' i risultati agli interessi di chi pagava, e molto bene, la ricerca: le grosse ditte del farmaco!)
 Sopravvivenza, inoltre, di persone (esseri umani!) sottoposte ad un regime assistenzialista semi coatto, voluto più dai parenti che dai pazienti. (Capisco, prima di tutto esorcizzare il malato ed allontanarlo dalla sua casa, dalla sua vita quotidiana, per sempre, fino al tragico decesso in ospedale. Sembra di sentire Dante : 'E voi costì, non isperate riveder lo cielo giammmai! Forse la migliore cosa che ho fatto nei trent'anni della mia vita di medico condotto è stata quella di assistere in casa, con gli opportuni controlli e le necessarie terapie, specie quando ormai radio e chemio erano diventate solo nocive, la maggior parte dei malati terminali di cancro. Molti sono morti mentre li tenevo per mano, e tutti erano contenti di morire nel proprio letto! Non credo di aver accorciato la vita, ripeto, la vita, e non la sopravvivenza, di alcuno, pur con tutte le mie mancanze ...).
Sopravvivenza condotta, spessissimo, tra le atroci sofferenze di radio e chemio terapie ad oltranza. L'ideale è che il paziente muoia con la flebo della chemio ancora attaccata, per poter dire che è stato fatto il possibile e l'impossibile, e rilanciare periodicamente le campagne rastrella-soldi fra i parenti (e non), delle vittime. Campagne che già di per sé la dicono lunga sulla tanto sbandierata vittoria ...
Parole di un pazzo anacronista che spara a zero sulla scienza medica? Nemmeno per sogno! Parole del più grande e famoso commentatore finanziario del NY Times (vedi Corriere della sera di oggi), tranne le righe inserite fra parentesi dall'autore di questo post...
Il notissimo commentatore economico, fra l'altro, è di orientamento conservatore. Il 'trionfo della medicina', sbandierato ai quattro venti da addetti ai lavori non sempre disinteressati, non ha retto alla spietata analisi finale dell'economia! Siamo alla resa dei conti finale. Possiamo gabbare tutti, ma non l'economia (sempre parole dello stesso commentatore).
L'assistenza prolungata (a vita) di pazienti terminali e preterminali, costa  mediamente 450000 dollari all'anno, a fronte di versamenti che, in tutta la vita, raggiungono mediamente i 150000 dollari. Così l'economista, ma io aggiungo: e questo non solo per il cancro, ma anche per le complcanze che coinvolgono ogni anno un enorme numero di diabetici, e così pure per i malati cardiovascolari, gli obesi e via dicento: tutti malati per eccesso di benesere e cattive abitudini di vita. Un solo ciclo di chemio, ad esempio, costa in media 400 dollari ... 
Questa analisi, impietosa e perentoria nell' indicazione del rimedio radicale, non prevede altra scelta per gli stati che cacciarli tutti fuori, altrimenti la bancarotta statale sarà inevitabile per eccesso di assistenzialismo. Così l'economista, ripeto, anche a costo di parer noioso ...
Da parte mia, da un pezzo ho deciso di vedere le cose da un altro punto di vista; per questo ho scritto, su questo stesso blog, quattro articoli sul cancro: 'Parliamo di cancro senza paura', di cui l'ultimo 'Il coraggio di guarire', a cui vi rimando. Quindi non mi ripeterò, e tanto meno entrerò in plemica pro o contro nessuno. Non serve a niente, quando ci sono tante altre cose da fare!
Ho riportato le notizie di cui sopra solo per avvisare che la medicina assistenziale sta crollando sotto il peso stesso  delle proprie velleità trionfalistico-propagandistiche, degli sprechi senza remora alcuna, delle proprie stesse contraddizioni, delle proprie malcelate cointeressenze economiche, delle mega truffe quotidiane condotte da dentro il sistema sanitario stesso ...
Purtroppo, dico purtroppo, siamo alla resa dei conti finale, inevitabilmente imposta dalle leggi dello stesso mercato economico mondiale.
Che fare? Voltare pagina, ricominciando da capo, come fa la formica quando si trova il formicaio calpestato dall'elefante. Ripartendo da dove è invitabile ripartire: corretta informazione e doveroso autoimpegno alla correzzione delle abitudini e dello stile di vita, sul piano fisico, mentale e spirituale, che del cancro, come di tutto il resto, sono la vera causa, ma che, una volta corrette, sono la sola strada che può condurci verso una vera guarigione, quella del coraggio, responsabile, di guarire!
Naturalmente, anche con l'aggiunta del doveroso sostegno e le necessarie cure, da parte degli addetti ai lavori, ma solo quello che è necessario, nulla di più e nulla di meno.
Gurdate la foto in alto: questo iris vive grazie alla propria forza vitale, all'ombra del pesco che lo protegge dal caldo troppo intenso, ma non avvinghiato a lui come l'edera! Impariamo dalla natura: le battaglie, come le guerre, si vincono solo combattendo con tutto se stessi ...


mercoledì 7 dicembre 2011

Influenza e consenso informato: riproposta


Visto che siamo ancora in periodo influenzale, penso che sia opportuno dare alcune informazioni sul modo corretto d’impostare una terapia ragionata del problema.
Ciò per due motivi, il primo perché ormai da tempo alcuni rimedi sintomatici dell’influenza sono venduti liberamente nelle farmacie ( e con libertà ancor maggiore circolano negli spot pubblicitari in televisione).
Il secondo perché, in base alla quotidiana esperienza, sembra che le persone siano tuttora pochissimo, se non male, informate.
Voglio dire subito che non sono contro l’uso dei normali rimedi farmaceutici, purché se ne conoscano benefici e danni con chiarezza.
L’influenza circola in forma epidemica, spesso mescolata e confusa con sindromi analoghe (dette parainfluenzali).
L’agente che causa l’influenza è un virus a rapida modificazione e con differente gravità e diffusione epidemica, che ciclicamente si manifesta con epidemie mondiali anche gravi.
Molti ricorderanno la cosiddetta Spagnola e l’Asiatica.
Altra cosa sono le epidemie, sempre virali, note come SARS, febbre del pollo, influenza aviaria ecc., ben più pericolose ma, per fortuna, anche più rare.
I virus in generale non rispondono ai comuni antibiotici per motivi biologici.
Per questo andrebbero curate con antibiotici solo le complicanze batteriche documentate, anche per non distruggere la flora batterica intestinale e non selezionare altri ceppi batterici resistenti agli antibiotici, perché proprio non ce n’è bisogno.
Non esistono ancora antivirali sintetici così sicuri e maneggevoli da poter essere impiegati in pratica nella cura dell’influenza. Su questo c’è unanime consenso.
Esistono invece sostanze naturali attive contro virus, batteri e funghi, ben maneggevoli e senza gravi effetti collaterali. La più nota è la propolis, prodotta dalle api per la difesa collettiva dell’alveare.
Vi sono poi una serie d’altri prodotti naturali, come la vitamina C e le sostanze analoghe (antocianosidi, flavonoidi), delle quali è ben nota, fra le altre, la capacità di stimolo delle difese naturali antivirali.
Ho gia accennato al loro scopritore, Szent-Georgyi, premio nobel, nel 1937, per queste scoperte.
Linus Carl Pauling, altro (doppio) premio nobel per la medicina, dimostrò l’efficacia della vitamina C a forti dosi nella terapia dell’influenza e del raffreddore, oltre che del cancro.
Nonostante i suoi lavori si basassero su ricerche rigorosamente documentate, ebbe molti detrattori, non del tutto disinteressati, che pubblicarono lavori, non altrettanto rigorosi dal punto di vista metodologico, per metterlo in cattiva luce ed irriderlo. Ciò continuò, con un accanimento difficilmente spiegabile, anche dopo la sua morte...
Va anche osservato che la vitamina C, ottenuta per sintesi, perde molte delle virtù terapeutiche presenti nei prodotti naturali che la contengono, come ad es. gli agrumi.
Tuttavia il prodotto sintetico consente più facilmente d’introdurre gli alti dosaggi (anche oltre sei grammi al giorno), necessari perché sia efficace, secondo le ricerche di Pauling.
Anche se, come sostengono i detrattori, essa fosse inefficace nel guarire le virosi influenzali, non per questo perderebbe i suoi ben noti poteri terapeutici.
Infine, la vitamina C è priva di tossicità, almeno ai dosaggi introducibili per bocca.
Devo inoltre far notare che, com’è ampiamente noto e non più discutibile, alcuni dei sintomi dell’influenza, anche se molesti, sono indispensabili per guarirla.
Questi sono il brivido e la tachicardia, che servono ad innalzare la temperatura ai livelli febbrili (38-39° C), ottimali per la produzione d’anticorpi, d’interferoni naturali ed altre sostanze utili.
La riduzione dell’appetito, la sete ed il bisogno d’agrumi sono altri messaggi della saggezza naturale dell’organismo, che dovremmo ascoltare di più.
In caso d’una normale influenza non facciamoci prender dal panico, anche nel caso dei bambini.
I vecchi rimedi: riposo al caldo, sudare, bere di più, mangiare meno ed eventualmente fare inalazioni caldo-umide che riducono la tosse irritativa, sono sufficienti nella maggior parte dei casi.
Meno utili dal punto di vista razionale sono i fluidificanti del catarro, almeno nella prima fase, nella quale l’epitelio dei bronchi, con le cellule ciliate, che fanno risalire il catarro verso la bocca, e le ghiandole mucose, che lo producono, sono in gran parte distrutte dal virus.
Possono invece essere d’utilità il vapore caldo-umdo, associato eventualmente a balsamici, dotati di proprietà antivirali e stimolanti delle difese naturali (come ad es. l’eucalipto).
L’aspirina, pur essendo un ottimo sintomatico, produce facilmente lesioni allo stomaco ed è sconsigliata nei bambini perché potrebbe causare sindromi immuno-tossico-allergiche anche gravi.
Nel dubbio consultatevi con il medico.
Anche il paracetamolo, buon antifebbrile ed antidolorifico, non è privo del tutto d’effetti dannosi, specie sul fegato.
Nel caso di febbre molto elevata (oltre 39,5 negli adulti, ma anche meno nei bambini più piccoli, i più a rischio di convulsioni febbrili - nel complesso piuttosto rare ), sarebbe opportuno associare impacchi o spugnature con acqua fredda, secondo le indicazioni del medico.

L’ultimo episodio influenzale che ricordo, risale ad oltre vent’anni fa.
Mi misi a letto con una certa gioia (potevo riposare beatamente), ma, ahimé, fu di troppo breve durata…
Ascoltavo tutto quello che il mio organismo faceva automaticamente: febbre, aumento della circolazione, produzione d’anticorpi, ben contento di lasciare il comando a lui…
Guarii dopo poche ore.

Concludo con una ricetta naturale per ottenere un succo concentrato d’arance, ricco di vitamine del complesso C e di tutti i probiotici dell’arancia.
Spremere un chilo o più d’arance biologiche. Filtrare e mettere in una pentola di coccio larga, con spargifiamma e fuoco al minimo. Questo per ridurre il più possibile la distruzione delle sostanze termolabili.
Far cuocere per ore, senza che nemmeno produca vapori visibili, finché il tutto sarà sufficientemente concentrato e denso, senza però cristallizzare.
Riporre in bottigliette di vetro scuro, in frigo.
Due o tre cucchiai al dì, anche diluiti in acqua, dovrebbero esser sufficienti.
Auguro di cuore a tutti quelli che dovessero ammalarsi, una buona influenza…

PS. Perché non tutti, anzi solo pochi s’ammalano, visto che il virus circola pressoché dappertutto?
Buon argomento di riflessione per tutti!


martedì 6 dicembre 2011

Morgagni, Adams, Stokes e ... la sindrome di Stoccolma

Ippocrate (Dis. di Piero Bagnariol)
Givan Battista Morgagni fu uno dei più famosi anatomisti e clinici del 1700. I medici irlandesi Adams e Stokes vissero, invece, un secolo più tardi.
I tre sono accomunati sotto il nome di una sindrome: la sindrome di Morgagni Adams Stokes, perchè il primo la descrisse nei suoi caratteri clinici: improvviso pallore, perdita di coscienza più o meno lunga, talvolta convulsioni, mentre gli altri due ne riconobbero la causa in un disturbo intermittente del ritmo cardiaco, di tipo bradicardico: ad un certo punto, per cause varie, il cuore rallenta estremamente e, talvolta, giunge a fermarsi per brevi periodi.
Una volta questa sindrome portava prima o poi a morte. Dopo l'avvento del pace.maker elettrico, i pazienti, in genere, guariscono e possono condurre una vita normale.
La sindrome di Stoccolma, invece, è una particolare forma di dipendenza e sudditanza che alcune persone, specie se sottoposte a lunghi sequestri, finiscono per sviluppare verso i propri sequestratori: dalla rassegnata sottomisione fino ad un atteggiamento di dipendenza, abbandono alla loro protezione, e talvolta ammirazione verso gli stessi, fino alla infatuazione o all'innamoramento.
Venne descritta per la prima volta, decenni orsono. in persone sottoposte ad un lungo sequestro a Stoccolma.

Che c'entrano i tre illustri clinici del passato, la loro sindrome, con la sindrome di Stoccolma?
Se avrete la pazienza di leggermi, ve lo spiego ...
Qualche anno fa incontrai un paziente che mi raccontò una lunga odissea di 'epilettico', in giro da un neurologo all'altro, da una cura all'altra, senza che mai i sintomi venissero meno. Anzi, dopo tanti anni di terapia con barbiturici, si sentiva sempre più confuso, mentalmente affaticabile e debole di memoria.
Una lunga ed accurata anamnesi, raccolta dai familiari, spesso presenti alle sue crisi, mi misero una ...pulce nell'orecchio (anche le pulci hanno la loro utilità!). L'anziano paziente, improvvisamente, sbiancava, perdeva le forze ed i sensi, si affliosciava al suolo, tutto sudato. Dopo poco tempo ricuperava la conoscenza e tornava normale. Mai una convulsione, mai bava alla bocca, mascelle serrate, rigidità del corpo: anzi, floscio come un cencio! Chiesi di vedere i referti dei vari elettroencefalogrammi: non ce n'è bisogno, mi dissero, erano sempre normali. Da anni ormai, il paziente veniva ogni tanto visitato da un neurologo, che confermava la diagnosi, mentre il proprio medico si limitava a ripetere la ricetta dei soliti farmaci: i barbiturici.
La cosa, dissi, assomiglia tutta ad una sindrome di Morgagni Adams Stokes. Proposi di far vedere il paziente da un cardiologo.
Il mio consiglio non venne seguito. Come seppi dopo, per una fortunata coincidenza del destino, il paziente ebbe un attacco di fronte al proprio medico, che questa volta lo visitò e risolse il 'giallo' della falsa epilessia: il cuore batteva a circa trenta colpi al minuto! Via di corsa in ospedale, ecg, pacemaker e definitiva risoluzione degli attacchhi ...
Si, ma Stoccolma, mi direte, chi c'entra? Ancora un minutino!
Tempo dopo, lo stesso paziente ritornò da me per riferirmi il tutto, ma anche perchè continuava ad essere stanco, confuso e smemorato. Gli chiesi che medicine prendesse: barbiturici! Cooome? Ancora? Perchè?
Sa, mi hanno spiegato i famigliari, il nostro medico si è consultato con il neurologo, ed hanno deciso, per il bene del papà, che era meglio che continuasse a prendere quei farmaci, perchè non si sa mai, e poi perchè è vecchio, ed è meglio non rischiare.
Sì, ma io sto male, intervenne il vecchio: una volta li tolleravo bene, adesso non più. Dottore, mi aiuti a toglirli! Certo, gradualmente e con frequenti controlli, già altre volte la cosa è andata a perfetto buon fine, in altri pazienti, con altre patologie.
Ma i famigliari mi chiesero: non potrebbe, invece, dargli qualche ricostituente per la memoria, lasciando stare i barbiturici? E perchè? ... Silenzio. Finalmente, uno dei famigliari si decide: sa, non vorremmo scontentare il nostro medico, che è così bravo e buono, e noi anche in futuro avremo ancora bisogno di lui ...
Non ho più visto il paziente, nonostante gli avessi proposto di curarlo gratis: lui era d'accordo, ma i famigliari no.
Se nel frattempo non è morto, penso che stia ancora inghiottendo barbiturici ...
Eccola la 'Sindrome di Stoccolma', diffusa, in campo medico, enormemente di più della sindrome di Morgagni-Adams-Stokes, specie in campo oncologico, ma non solo.
Paradossalmente, ne ho visti già molti, per varie patologie, arrivare a morire per non mettersi contro il proprio medico!
La speranza è che anche in Italia, prima o poi, si formino delle associazioni mediche per la corretta informazione del paziente, per dire quali sono le cure inutili o dannose, gli interveti chirurgici fatti solo per fare cassa, e via dicendo, associazioni che sono molto diffuse in America e Germania.
Sarebbe un primo passo verso l'applicazione di quella perentoria ed assoluta norma deontologica, scrtta da Ippocrate oltre duemila anni: "Primum non nocere!" ... Se vivesse oggi, sicuramente, aggiungerebbe un 'secundum', questo rivolto al paziente: "SVEGLIATI!"

PS: io, a mia volta, invece, e senza abbandonare il latino, direi ad entrambi: 'Errare humanum, perseverare diabolicum!'

lunedì 5 dicembre 2011

Epilessia infantile ... Anche così può guarire

Ieri mattina  (ossia alle due, che è l'ora in cui mi alzo di solito), sono ritornato, dopo un'assenza di due anni, al solito autogrill in superstrada, che è aperto anche di notte.
Sono andato alla cassa, ho ordinato un 'tradimento recente', un cartone da sei bottiglie di Barolo doc ed un pacchetto di sigrette ...(dopo che mia moglie è tornata a vivere grazie ad un intervento sulle coronarie sono in vena di scialare, ed il Barolo, poi, era in superofferta!).
La cassiera mi ha riconosciuto subito (non so se dalla faccia o dalla battutina). Infatti mi ha sorriso, mi ha dato un ... cornetto alla crema ancora caldo caldo e mi ha detto: quando ha finito il cornetto, aspetti un attimo, che devo dirle una cosa.
Così ho fatto: ho 'consumato' con calma il mio ... tradimento recente (alla crema), ho aspettato che l'ultimo cliente uscisse, e siamo usciti anche noi a fumarci una sigaretta, circondati dalle nebbie leggere di una ancor tiepida notte di dicembre.
Finita la sigaretta, mi ha detto: 'Si ricorda della mia nipotina, quella con quei gravi attacchi epilettici e ritardo mentale grave? Quella per la quale le avevo chiesto, quella notte di due anni fa, un suo consiglio?'
Certo che mi ricordavo, e ricordavo anche che dopo due settimane la bambina (che non ho mai visto), era stata meglio: gli attacchi erano meno gravi e molto meno frequenti.
Ebbene, sa che ora la bambina (che nel frattempo ha compiuto sette anni), non ha più neanche un attacco (ne aveva da dieci a quindici al giorno!), parla molto meglio, tanto che mia sorella ha potuto mandarla a scuola !
Ah sì?
E non solo, ma anche mia sorella è diventata un'altra: è calma, rilassata, sorridente: pensi che si è persino comperata l'automobile, perchè adesso ha molto più tempo libero!
Ecco, io volevo ringraziarla, anche da parte di mia sorella, che non ha mai smesso di mettere in pratica il suo consiglio ...
E allora non ringraziare me, ma tua sorella! Io che c'entro, ho solo dato il consiglio, ma è lei che lo ha messo in pratica ...
In queste situazioni io divento un po' burbero, secondo il mio carattere. In realtà ero commosso, e stupito che una madre, che nemmeno conosco, avesse avuto la costanza (e l'amore), di mettere in pratica quel consiglo per due anni, ininterrottamente!
La ragazza del bar mi ha sorriso ed ha aggiunto: sempre lo stesso rospo, lei!  Ma sorrideva contenta ...
Così me ne sono andato a bermi un caffè in un'altro bar, anche questo sempre aperto, e dove lo fanno più 'bbono', e poi perchè non riesco a reggere troppo a lungo alle chiacchere da bar ...
Ah, che sbadato, quasi mi dimenticavo del consiglio! Nessun segreto, il consiglio, semplicemente, era stato quello di ... massaggiare i piedi della bambina, tutte le volte che aveva un attacco, anzi, anche senza aspettare l'attacco, per cinque minuti, più e più volte al giorno!
Cose da poco, cose da bar, appunto!

(Ho aggiunto questo articoletto al blog anche per confermare la validità del masaggio ai piedi nei bambini, di cui avevo già perlato su questo stesso blog e per ringraziamento verso il maestro Yahiro, che di quel consiglio era stato, molto tempo prima, l'autore.)