I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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giovedì 12 marzo 2009

Il dovere d'esser chiari

Compatire e commiserare, criticare e giudicare, sostenere e dare appoggio, amicizia e consociativismo, piangere e compiangersi, ridere e deridere ecc., ad alcuni potrebbero sembrare sinonimi, tanto che vengono usati, nel linguaggio comune e con una certa superficialità, come tali.
Il risultato pratico è un cumulo di malintesi.

In realtà, da un punto di vista linguistico, sono antinomie binomiali semantiche (hanno, cioè significato quasi opposto), mentre, da un punto di vista umano, sono invece errori che possono diventare dannosi, se non tragici.

La compassione fu la grande virtù del Budda, così come la pietà fu quella del Cristo, due sentimenti (da non confondere con le emozioni), che spinsero questi personaggi ad agire in modo altruistico, fino alla morte violenta patita da Gesù.
Dicono invece che Il Budda sia morto, in tarda età per della carne avariata, ma forse è una leggenda; stiano tranquilli i buddisti, che in genere sono anche vegetariani...

La commiserazione, invece, non porta a niente, nasce e muore con se stessa, non spinge ad agire per cambiare qualcosa in modo creativo.

L'amicizia, invece, nella sua vera essenza (si veda, ad es., Cicerone, "Laelio, sive de Amicizia"), deve anche esser capace di criticare, senza giudicare, per aiutare e se necessario, spingere l'amico a superare la propria sofferenza.

Per far questo, colui che vuole aiutare deve essere, anche se di poco, più positivo di colui che viene aiutato.
Ed inoltre, deve sapere e capire che cos' è necessario ed utile, ed avere l'esperienza e la capacità per farlo, oltre che l'umiltà ed il coraggio per metterlo in pratica.


Adolf Guggenbull Graig, uno dei più grandi psicoanalisti al mondo, presidente della società mondiale d'analisi, rinunciando a tutte le cariche ed i riconoscimenti mondani, scrisse un libro:
- Al di sopra del malato e della malattia, il potere assoluto del terapista -
In questo libro, che nasceva soprattutto da una coraggiosa auto analisi, egli mette in evidenza la sottile "perversione" della mente di molti di coloro che esercitano la professione di terapeuti degli altri (sono tante categorie, fra cui anche sacerdoti, assistenti sociale ecc., oltre che medici e psicologi).
Egli chiama questa tendenza "perversa", costellazione negativa dell'anima del terapista.
Guggenbull Graig conclude che da tutto questo ci può salvare solo la sincera critica positiva d'un amico, al quale si sia disposti a dare ascolto.

Ci possiamo, e talora dobbiamo, arrabbiare con qualcuno, per volergli veramente bene ed aiutarlo, ma altrettanto non si può fare detestandolo, o peggio, odiandolo...

Ancora, chi è depresso non potrà alzare l'umore di coloro che gli stanno attorno, così come chi si compiange difficilmente riuscirà a trascinare gli altri alla catartica risata, vero deterrente alla disperazione.

Negativo risuona con ed attrae negativo; parlare o pensare male in circolo non farà emergere nessuna positività... Viceversa, positivo chiama positivo, una buona parola ne può far nascere altre due...
Qui vige la legge fisica dell'attrazione gravitazionale, non le leggi dell'elettromagnetismo (espresse dalle famose equazioni di Maxwell), che descrivono gli effetti repulsivi delle cariche omologhe.

Della differenza, in terapia, fra sostegno doveroso ed appoggio non necessario e dannoso, ho già perlato nell'articolo capofila del blog, che trovate qui a fianco.

Concludendo, oggi come non mai, c'è bisogno di persone che pensino, parlino ed agiscono in modo positivo, perché tutti, in ogni istante ed in ogni luogo e circostanza, influenziamo e siamo influenzati da tutti.
Questo è un dovere primario da cui non possiamo più esimerci, non solo per lasciare un mondo migliore ai nostri figli, ma nella speranza di lasciar loro un pianeta ancore abitabile... per esser chiari!

Buona positività!