Eppure il suo orto produceva frutti molto più belli (e più buoni) di quelli del vicino. Il quale, dall'alba al tramonto, stava a ripulire, vangare, zappare, potare: ma i sui frutti erano come un po' tristi: nè belli nè saporiti. Per un po' si sfogò con gli altri vicini a parlar male del vecchio vicino: 'pigro, con l'orto in disordine e dove veniva su di tutto'!
Ma una sera, riponendo gli attrezzi, disse al vecchio vicino: guarda, io lavoro tutto il giorno, faccio tutto in modo perfetto, neanche un'erbaccia fra le mie piante, ma la mia terra è secca e se la bagno anche tre volte al giorno fa pozze in superficie: si vede bene che sei fortunato ad avere la terra migliore! E non devi fare neanche tanta fatica ...
Ma la mia terra è la stessa della tua, rispose il vecchio: fino a 40 anni fa era un solo podere, compresa quella dei vicini, ma poi sono state fatte le siepi di separazione ...
Ma allora perché tu che lasci tutto in abbandono hai sempre i frutti più belli ... E nemmeno concimi nè usi sostanze chimiche del consorzio agrario!
Semplice! fu la risposta: tu fai tutto in modo perfetto. Io invece mi limito a fare solo quello che serve; il resto lo lascio fare alla natura. Per questo le mie piante vivono felici: si sentono in compagnia e fanno amicizia con tutto un pullulare di erbe, insetti, lucertole, lumache, rospi, passeri e pidocchi ... Tutti trovano da mangiare abbondantemente e, dove prendono qualcosa, qualcos'altro lasciano. Mentre tu vuoi fare tutto solo a modo tuo: forzi le piante a produrre, non lasci riposare niente e non lasci crescere altri 'amici' che facciano loro compagnia ...
Il vicino di casa, allora, si risenti', smise di andare in orto e cominciò a stare in osteria dalla mattina alla sera ...
Ma in capo ad un mese la sua terra era tutta secca e rimanevano solo rari fusti spogli delle vecchie piante, mentre cominciavano ovunque a crescere i rovi ...
Tornò allora a lamentarsi dal vicino.
Bei consigli mi hai dato: per colpa tua ho perso tutto il raccolto!
Ma io non ti avevo detto di non fare nulla, ma di fare solo quello che andava fatto, rispose tristemente il vecchio.
Poi, lentamente, girò le vecchie stanche gambe verso l'uscio, entrò nella casetta dove viveva e si preparò una tazza di tisana, fatta con tante buone, amiche, utili piante 'spontanee' dell'orto, e quella fu la sua cena!
Ma l'altro continuava a chiamarle erbacce ...