I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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venerdì 2 marzo 2012

La salute dei 'nostri' figli. Esperienze in giro per il mondo

Tonnellate di giocattoli contraffatti, costruiti in oriente (e non solo in Cina!) utilizzando i rifiuti tossici  laggiù spediti dai paesi occidentali, in modo del tutto illegale. La fetida, ipertossica immondizia della nostra società dello spreco, rientra (nemesi storica?) nelle nostre case sotto forma di seducente plastica colorata, per finire nelle mani innocenti dei bimbi dei paesi ricchi.
  'Repubblica' (.It) lamenta, giustamente, le gravissime conseguenze per la salute dei nostri figli (che peraltro noi stessi seppelliamo sotto montagne di plastca, surrogato della nostra capacità di amarli ...).
Ma il giornale più diffuso in Italia, non spreca una parola sulla la salute di milioni d'altri bambini, essi pure innocenti, che, ridotti in schiavitù, lavorano in quegli inferni chiamati fabbriche, ove quei giocattoli si producono. Figli degli altri, appunto: e chi se ne frega! Figli di nessuno, comunque.
 Più di qualche 'illuminato' terzomondista, anche di casa nostra, ha pensato bene di 'salvare' i bimbi dei paesi poveri aprendo per loro fabbriche 'modello', in cui, in un'atmosfera che definire infernale sarebbe troppo poco, questi bimbi producono, per i suoi interessi e per pochi spiccioli al giorno, giocattoli per altri bimbi e sofferenze atroci per se stessi...
Ho visitato una di queste catapecchie, in India, ove un lungimirante benefattore dell'umanità teneva in semi schiavitù un centinaio di bimbi, che producevano componenti di plastica per giocattoli. L'interno del locale  era saturo dei nerastri vapori alla diossina che, con le sue mefitiche esalazioni, si stemperava nei quaranta gradi di temperatura del capannone. Ho resistito dieci minuti, poi sono uscito, dove l'illuminato proprietario (così mi era stato descritto) mi aspettava nella sua Mercedes... Ho mandato a quel paese lui, i monaci Giainisti, di cui era un seguace zelante (e dai quali era additato come modello di virtù umane), l'amico indiano che me l'aveva fatto conoscere, e me ne sono andato via, solo, a piedi, senza meta ...
Correva l'anno del Signore 1992 ...

PS: Quella prima esperienza diretta della terribile condizione in cui vivono i bambini dei paesi poveri ( ma non dimentichiamo che l'India, è anche il paese dove esiste il maggior numero di supermiliardari del pianeta), e quella mia reazione di estremo disagio per la loro condizione hanno avuto il benefico risultato di smuovermi a compiere un lungo viaggio, dentro e fuori di me, nell'allenamento al servizio. Più volte sono tornato in India, dove ho incontrato anche persone di altissimo livello umano, veri benefattori dei più poveri, come il dott. Kotari di Jaipur, editore del maggior giornale del Rajastan (12 milioni di copie al giorno!), ed ho stretto buone relazioni con molti monaci Giainisti, veramente degni del nome di esseri umani ...
 Sono stato sei volte in Cambogia, le prime tre presso la discarica di rifiuti di Ceun Ming Teu, ove un migliaio di bambini vivevano la loro dignitosa giornata lavorativa in condizioni disumane. Volevo fare qualcosa per loro: aprire una piccola baracca di pronto soccorso, ai margini della discarica. Per poterlo fare mi dimisi dal sicuro lavoro di medico convenzionato e vendetti la casa, bellissima, in cui vivevo super comodamente ...  L'onlus di cui facevo parte concentrò in seguito  la propria attività in un villaggio di contadini: Pum Ta Toich. Abbandonata la discarica di Pnom Pen, rimasi per alcuni mesi al villaggio, facendo anche parecchie terapie, ma soprattutto apprendendo dalle persone del posto moltissime cose sull'uso delle piante e delle tradizioni mediche locali., che si rivelarono utilissime nelle mie successive esperienze terapeutiche. Vedasi, ad esempio, in questo blog, il capitolo sulla soia verde. La popolazione del villaggio ci dette una grande lezione d'umiltà e di servizio, a nostro totale beneficio ...
 Fu poi la volta del sud America, in particolare la Colombia, ove ho fatto un po' di terapia nella giungla, presso gli Inga-Camsà, ricevendo in cambio mille volte di più di quanto avevo offerto (è veramente valsa la pena di correre anche qualche rischio con la guerriglia, padrona del territorio). Ho avuto, in seguito, il privilegio di visitare un campo profughi a Peshawar, in Pakistan, all'epoca dell torri gemelle... Esperienza drammatica e meravigliosa ad un tempo, che, pur nella tragicità del momento, mi ha fatto conoscere la capacità degli stessi profughi di accogliere i nuovi arrivati, che fuggivano dall'orrore dei bombardamenti nel vicino Afganistan, dividendo con loro il poco che avevano. All'epoca, infatti, i nuovi profughi, ufficialmente non esistevano, in quanto non erano legali; ma bisogna aggiungere, tuttavia, che il Pakistan ne aveva già accolti, in lunghissimi anni di guerre, più di 6 milioni, ed era  ai limiti del collasso economico e nel caos totale!  Gira e rigira, specie in Oriente, avevo anche acquisito una certa esperienza, tratta dalla saggezza popolare, nella cura d'alcune malattie tropicali, malaria e tubercolosi  in particolare, che ho avuto la fortuna di curare, con ottimi risultati, in Africa equatoriale. Anche di là sono tornato con un ricco bagaglio di nuove conoscenze, regalatemi da quelli che, troppo spesso, noi liquidiamo col nome di stregoni! Ma dove viviamo, che razza di arcaici pregiudizi nutriamo, verso chi non conosciamo per nulla! Quanti erboristi ho incontrato, in Africa,  preparatissimi dal punto di vista scientifico, nella conoscenza e nell'uso delle loro piante medicinali!
Dell'olio d'uovo e dell' artemisia, ma anche di ciò che ho appreso in Africa, ho già  parlato abbastanza diffusamente nel blog.
Ora mi sto allenando per partire a piedi intorno al mondo, da solo, con uno zaino e due o tre cose buone per la terapia, col proposito di fare import export di esperienze terapeutiche e di valori umani.  Mi considero fortunato e sono ricchissimo. La mia ricchezza è l'esperienza, la mia fortuna è stata, oltre quella d'essere nato, la sofferenza; i miei più grandi maestri (nonché spesso i migliori collaboratori), i bambini; ma anche moltissimi dei loro genitori e parenti ...
E poi diciamolo francamente, ciò che più di tutto e prima di tutto mi stimola e mi motiva, è un dannato, fortissimo amore per l'avventura e per l'esplorazione. Insomma, lo faccio perché e la cosa che mi piace di più, in assoluto, chiaro?