I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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domenica 15 febbraio 2009

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:
- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa -Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo. Si pensi, ad esempio, alla nostra Scuola Salernitana, o ad Avicenna, forse il più grande medico della storia umana.
Il terzo è il punto culminante di una vera guarigione umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

Dopo molti anni di esperienza pratica di questi tre principi, originariamente formulati da Masahiro Oki, da anni defunto e che ringrazio di cuore, posso confermare in pieno la validità assoluta del terzo, e, pur con qualche riserva, quella dei primi due.
 Il primo principio, quello della guarigione forzata, anche se a volte necessario, non parla di guarigione, ma di sostegno solo esterno (se utilizzato a prescindere dagli altri due). Prego invece di non confondere il secondo, validissimo, con la guarigione apparente prodotta dalle cosidette medicine alternative (naturopatia, omeopatia, agopuntura eccetera). Pur essendo assolutamente meno tossiche della medicina contemporanea, spesso rendono il paziente ancora più dipendente dal terapista, facendolo diventare un cliente fisso. Ho abbandonato definitivamente lo studio della omeopatia quando un illustre clinico presentò il caso di una paziente-cliente ormai dipendente da lui (e dai suoi costosissimi rimedi e sedute) da oltre trent'anni ...

Osservando un po’ più a fondo, il primo tipo di guarigione, che pone come unico target il sintomo e come strumenti (esterni) la diagnosi strumentale, la chirurgia ed il farmaco (o i rimedi), può essere necessaria in situazioni urgenti che mettono in pericolo la stessa vita ( si pensi alla medicina rianimativa, ma non solo).
Il secondo tipo pone al centro la forza vitale, ossia la saggezza originaria accumulata dalla Vita in oltre tre miliardi d’anni d’esperienza, e fa fulcro sulla capacità d’auto guarigione e sull’educazione.
Il terzo tipo si basa sul valore sacro della vita e sul servizio agli altri come interesse centrale. Si pensi ad esempio ad alcune grandi figure del passato, come Gesù o Gandi, che vivevano e praticavano con questo principio.

Quello che è importante sottolineare è il ruolo centrale del medico nel campo della medicina.
Ciò sembrerebbe ovvio, ma per vari motivi, oggi non è più così.
Per tanti motivi assistiamo al radicamento di due atteggiamenti opposti e complementari.
Da parte del paziente: io ti pago, tu guariscimi ma non interferire con le mie abitudini di vita.
Dall’altra i medici: io so tutto, tu non sai niente, quindi fai quello che ti dico (spesso ciò significa prendi questo farmaco) senza chiedere oltre…
In questo modo si realizza un rapporto divergente e non collaborativo, che spesso finisce per portare lontano da una vera e durevole guarigione.
Manca la componente essenziale: l’educazione e la correzione dello stile di vita, causa prima del problema- sintomo del paziente.
Si perde così un’occasione unica, quella di risvegliare ed utilizzare l’enorme saggezza della forza vitale, escludendola dal processo di guarigione, cioè dall’inevitabile percorso di recupero d’ uno stile di vita naturale, in senso umano, che il sintomo ci indica con perentoria chiarezza.
Dare tutta la colpa alla genetica, ai microbi, al caso od agli altri non copre nulla e non serve affatto a guarire. Eppure, pare che, sui due fronti, oggi si stia facendo esattamente così.

Su queste basi teoriche, ecco quali sono le implicazioni pratiche in un percorso che porti dal sintomo alla salute, ossia alla condizione originaria d’armonia di corpo, cuore e mente, caratteristica di un vero essere umano. Gli strumenti sono gli stessi che costituiscono la base della vita quotidiana dell’essere umano: respiro, movimento, alimentazione, esercizio correttivo, stato d’animo e, ove necessario, trattamento. Ne ritornerò più e più volte su questo stesso blog.

Nel ribadire che tutti e tre i modi di guarigione citati sono in sé accettabili e buoni, devo ripetere che la vera guarigione si basa innanzitutto su se stessi, e non sull’appoggio altrui, ma piuttosto sul doveroso e necessario sostegno del terapista, purchè il paziente sia disposto a fare la propria parte.

Voglio concludere riferendomi alla mia esperienza quotidiana di medico, ormai quarantennale.
Tutto ciò, anche se faticoso, difficile, a volte duro e occasione di malintesi e sofferenze pressoché quotidiani, è tuttavia degno d’essere perseguito con pazienza ed umiltà, senza mollare quando le difficoltà (spesso interne), consiglierebbero, per calcolo o comodità, di gettare la spugna. Non voglio proporre l’ennesima visione d’una medicina alternativa che, sotto il nome di globalità, natura od altro, finisce per far contro, o mettere tutti contro tutti, e soprattuto per fornire comodi appoggi… Non ce n’è bisogno e, soprattutto, non serve a guarire. Propongo invece di utilizzare tutto nel modo migliore, in collaborazione e rispetto reciproci, in una visione della guarigione o della salute che non prescinda dal principio di educazione e cooperazione in modo umano.

Firmato: Giuseppe