I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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mercoledì 15 febbraio 2012

Whithney Houston Cronaca di una morte annunciata. La via della droga

Qui giace uno che si credeva più furbo degli altri. Si drogava
Al di là del dispiacere per la morte di un essere umano, oltre l'ipocrisia dei necrologi ufficiali, fuori dalle spiegazioni di milioni di esperti di tutto e di nulla, cosa resta, oltre la pietà e la compassione? Il ricordo di una voce meravigliosa, che non aveva nessun bisogno di cocaina o quant'altro. Ma anche lei, come quasi tutti nel suo mondo, non voleva vivere senza la droga. Barava, e non ne avrebbe avuto bisogno.
 Personaggi ultranoti, come lei o Michael Jackson, o Vasco col basco (Rossi), idoli di miliioni o miliardi di fans, con un potere di influenzare gli altri di dimensioni galattiche, sono diventati carriers di un messaggio di morte: quello della droga; e in gran parte i targets sono stati i giovani ... I nostri figli.
Di stupidi alla Vasco Rossi sono pieni i cimiteri: qui giace uno che si credeva più furbo degli altri ... Uno che ha saputo usare la droga creativamente ... Uno che sapeva quando farsi e quando non farsi. Un benefattore dei giovani... Uno dei tanti che ha fatto la fortuna dei 'Don Gelmini'!
Senza scomodare sociologi, psicologi, psicanalisti, psichiatri, medici, assitenti sociali, tutti alla fine accampano lo stesso motivo: mi drogo perchè soffro, e soffro per colpa degli altri.
Allora sentite questa.
Poco tempo fa ho conosciuto una donna africana: povera, sorridente, intelligente, raffinata, umile. Le ho chiesto le peripezie del suo arrivo in Italia e dei suoi figli. Dopo mille difficoltà, quando ormai ce l'avevano quasi fatta, in una catastrofica deriva nel Mediterraneo, alla fine i suoi piccoli sono morti di fame! Li ha visti sparire in mare divorati dai pescecani ...
"E se non piangi, di che  pianger suoli?"  (Inf., XXXIII, 42)
Quanti chili al giorno di coca e quant'altro, dovrebbe consumare questa donna? Ed al suo arrivo in Italia, ha visto un maiale travestito da uomo, paonazzo di rabbia (stia più calmo, signor Borghezio, che rischia l'infarto), straricco, che arringava una folle folla esaltata, al grido di: 'Accogliamoli a cannonate in culo!' ...
Che tristezza, enorme, cosmica.
Se pensiamo di poter esorcizzare i nostri meschini problemi (anche se a noi paiono enormi), con la droga; se pensiamo che la stessa ci possa tener fuori dalla sofferenza, peraltro equamente distribuita a chiunque sia un essere umano, meglio prepararci una targa ed un posto. In cimitero!
La battaglia della droga si vince con l'ascolto, il rispetto, l'amore per i nostri figli. Non con le armi della lotta al narcotraffico, da parte di persone che non la combattono se non hanno sniffato!
                                                           
                                                                          ***

"Quando fui desto innanzi la dimane,
pianger sentii fra 'l sonno i miei figliuoli
ch'eran con meco, e dimandar del pane.
Ben se' crudel, se tu già non ti duoli
pensando cio' che 'l mio cor s'annunziava;
Ee se non piangi, di che pianger suoli?
...
Come un poco di raggio si fu messo
nel doloroso carcere, e io scorsi
per quattro visi il mio aspetto stesso,
ambo le man per il dolor mi morsi;
ed ei, pensando ch'il fessi per voglia
di manicar, di subito levorsi
e disser:'Padre, assai ci fia men doglia
se tu mangi di noi: tu ne vestisti
queste miser carni, e tu le spoglia'
...
Poscia più che 'l dolor potè 'l digiuno."
( Divina Commedia, Inf., XXXIII, 37-75)


(Vedi anche il ciclo sulla depressione, su questo stesso Blog,  Salutesecondonatura.Blogspot.com  La depressione