diffuso
in tutto il corpo
ed
ho creduto
che
fosse la morte
ma
mi sbagliavo:
era
la vita
che
mi danzava intorno
ed
io ero la morte
e
non me ne accorgevo.
Era
la vita che mi danzava intorno
per
farmi risvegliare
e
quando l'ho abbracciato
il
cancro se n'è andato
ha
fatto il suo dovere.
Ho
avuto il cancro
diffuso
in tutto il corpo
non
era lui la morte
ma
lui era la vita !
(Canceroso
reap, canceroso reap, canceroso reap!)
Capitolo 1: Non tutto il cancro vien per nuocere
Scientificamente, semplificando ed in ultima analisi, il cancro altro non è che un adattamento ad una situazione ambientale interna tossica: la nostra. Ossia un estremo tentativo di mantenere la vita di alcune cellule devianti in un corpo che sta lentamente morendo, per accumulo di tossine chimiche e morali, le quali tossine, poco a poco, sono diventate parte integrale di noi stessi per errori che non abbiamo riconosciuto o corretto: 'Tant'era pien di sonno in su quel punto – che la diritta via abbandonai'.
Le lesioni chimico-fisiche finiscono così per danneggiare, fra l'altro, minuscoli domini elettrochimici del nostro DNA, fondamentalmente strappando un elettrone a quelli che, impropriamente (e negativamente) sono chiamati proto oncogeni (2), ossia geni ritenuti, dalle Cassandre della Scienza, sempre in procinto di diventare cancerogenetici (generatori di cancro). In questo modo tali lesioni del genoma danno l'avvio alla generazione (non necessariamente degenerazione!) di quelle cellule super vitali ed autonome che vogliono a tutti i costi rimanere vive ed aiutare le morenti cellule sane (sane?) a darsi una scossa ed a reagire. Ma la mente prevarica, non coglie il messaggio, continua più di prima a voler sbagliare. Il sistema immunitario, ciononostante, si riattiva, colpisce le neo-cellule cancerose ed insieme molti loschi individui (tossine etc), insinuati in noi. Il cancro se ne va e noi, senza accorgerci, abbiamo tamponato i danni: quasi sempre è così, ma c'è un limite: errare humanum, perseverare diabolicum.
Quando il cancro diventa palese, comincia cioè a dare sintomi e ad essere visibile, almeno ai raggi X, quasi sempre interviene la chirurgia, asportandolo (non sempre l'intervento è radicale ma purtroppo, spesso, lo dissemina, senza peraltro sostenere granché la parte … sana); oppure tocca alla medicina oncologica di bombardare tutto con veleni ultrapotenti e micidiali radiazioni. Questi agiscono soprattutto sulla già sofferente parte sana, mentre rapidamente le cellule cancerogene, super vitali, diventano resistenti. Se riusciamo a superare anche questa fase, nonché a sfuggire all'accanimento terapeutico (spesso, infatti, si muore con l'ago della chemio in vena), e continuiamo a non correggere alimentazione, postura, respiro, stato d'animo (soprattutto la rabbia), allora, grazie anche alle lesioni indotte dalla chemio, quasi necessariamente ricompare il cancro: repetita juvant, ma oltre un certo limite la fine è irreversibile … (3)
Partita persa, allora? No, se comprendiamo in tempo il messaggio che la natura ci invia e cambiamo stile di vita e modus cogitandi (testa, in parole povere). Ma di questo parlerò prossimamente.
Nota: i cosiddetti proto-oncogeni non son altro che gruppi di geni deputati a favorire una armoniosa riproduzione cellulare, tissutale ed organica, mentre altri geni provvedono a decretare la morte di cellule in eccesso (un po' come fanno i pomodori quando hanno troppi fiori: saggezza della natura!). Perché allora chiamarli così, geni (quasi) già pronti a creare il cancro? Saggezza della scienza medica!
Nota
2: scrivo dal Montenegro, dove passerò un po' di tempo, e dove sto
cercando di imparare il Serbo-Croato … Vhala na posena, appunto:
grazie per la visita!
Nota
3: Interessante, fra gli altri, perché particolare ma rivelatore, il
seguente effetto della radio chemioterapia in alcune leucemie. La
tentata distruzione di tutto il patrimonio cellulare del sangue,
ossia cellule che sono in perenne riproduzione a partire da elementi
progenitori, messo in atto al fine di sradicare il tumore (meglio, i
vari tipi di tumore) del sangue, lascia in vita alcune cellule
primordiali, meristematiche, che hanno scarsissima tendenza alla
riproduzione. A questo punto queste cellule, situate nel midollo
osseo, iniziano, per compenso, una tumultuosa ed indifferenziata
riproduzione, senza più specifiche finalità sostitutive, ma solo
capaci di riprodurre se stesse, anche perché modificate, nelle loro
biologia, da radio e chemio, ma non uccise … Potete immaginare le
conseguenze: nuovo cancro, questa volta incurabile. Eppure ogni
leucemia continua ad essere trattata solo con i sistemi classici!
(Almeno dalla medicina ufficiale)