Non nasce quindi da astratte teorie agronomiche 'scientifiche', ma dall'osservazione attenta e rispettosa della stesse leggi di natura che regolano i rapporti fra gli esseri viventi tutti.
Un gravissimo malinteso, per nulla imputabile a Darwin, e cioè che il 'successo' della specie nasca dalla 'sopraffazione' del più 'debole' da parte del 'più forte', è stato catastrofico a tutti i livelli, ed è stato calcolatamente messo alla base delle aberrazioni teoriche dei vari tipi di razzismo, di colonialismo, di suprematismo, eccetera.
Partendo da un presupposto errato, per una grave incapacità di osservazione della realtà stessa e dei principi naturali che ne sono alla base, e stravolgendo il tutto per asservirlo ai calcoli farneticanti di certuni aspiranti al successo ed alla egemonia sugli altri, a cominciare da quel fasullo 'vince il migliore', è bene chiarire subito che, in Natura nessuno è migliore o peggiore, e nessuno 'vince', specie con la sopraffazione sugli altri, come nessuno e niente soccombe. Ma tutto e tutti sono indispensabili al buon andamento delle cose e, in definitiva, al successo della vita.
In natura non esistono gerarchie, egemonie, autarchie e 'leadership'. La vita si basa su alcuni semplici principi: la necessità di tutto, l'interdipendenza, la consociazione e la condivisione universale: in altre parole, l'umiltà collaborativa.
Il contrario è barbarie, dissoluzione, violenza, polverizzazione di ogni 'struttura' necessaria alla prosecuzione ed al successo della vita. In una parola, questa cultura falsa ed arrogante, alla lunga diventa una cultura di 'morte da dissociazione'.
Sarebbe il trionfo del secondo principio della termodinamica, se lo stesso non fosse del tutto fasullo fuori da certe gabbie spazio-temporali artificialmente imposte dalla 'scienza della distruzione' a rinnegare le stesse leggi naturali alla base del fenomeno 'Vita'.
L'uomo non può arrogarsi la presunzione di decidere cosa sia utile e cosa inutile, cosa buono e cosa cattivo, perché ogni volta lo fa solo in base a calcoli meschini di tornaconto privato ...
Sapete la storia della guerra dei passeri? Non è una storiella, ma verità storica passata sotto silenzio, anche fuori dall'impero comunista creato da Mao Tse Dong: il 'grande timoniere' ...
In poche parole, osservando i passeri che beccavano granaglie nei campi, calcolando il numero di grani ingurgitati ogni giorno dai volatili, moltiplicato per il probabile numero di uccellini cinesi (svariati miliardi), e delle tonnellate di riso annualmente sottratte agli usi 'umani' giunse alla conclusione che ... era colpa dei passeri se il grande balzo agricolo del paese tardava a realizzarsi.
Agi' in conseguenza, dichiarando una guerra senza quartiere ai passeri (e simili), combattuta usando come schiavi le centinaia di milioni di agricoltori del paese: il rischio, per i meno attivi, era come al solito la pena di morte.
In pratica centinaia di milioni di persone dovevano allontanare il becco dei passeri dalle granaglie, terrorizzandoli con indiavolati frastuoni, catturandoli ed eliminandoli in tutti i modi possibili.
Un anno dopo la guerra dei passeri era vinta del tutto, e la guerra per il riso persa completamente: una 'Caporetto' del riso su scala semi continentale.
Oltre che aver avvelenato i terreni per sterminare i passeri, lo squilibrio ecologico fu catastrofico: senza più competitori una miriade di insetti, che gli stessi passeri regolavano demograficamente, letteralmente esplose, divorando quasi per intero il raccolto del riso.
Purtroppo nessun cortigiano del celeste impero di mezzo, ridipinto di rosso, ebbe il coraggio di dichiarare che Mao, oltre che un criminale galattico, era pure un cretino cosmico!
Il dittatore impedì' che la cosa fosse divulgata e bisognò attendere la morte del tiranno affinché altri un, po' meno tiranni, rimediassero al misfatto ...
Heil Mao!, verrebbe da aggiungere, per concludere.
Cosa c'entri tutto questo con il mio piccolo orto (25 metri quadri), grazie al quale sto cercando di imparare cosa significhi 'biodinamicità', naturalezza, artificialità e legge di natura, e come queste componenti possano consociarsi fra loro per ripristinare un certo grado di integrazione collaborativa, lo dirò prossimamente.
Intanto inserisco qualche foto del piccolo orto, inondato dalla luce radiosa di questa mattina, nella quale alcuni dettagli già sono indicativi dei primi risultati delle mie osservazioni 'sul campo'
Anzi: sul campicello!
L'angolo dei peperoncini piccanti |
E quello dei peperoni dolci e delle aromatiche, con unna pianta di pomodoro |
Le 'erbacce' in eccesso che uso per far humus e pacciamare le piante 'artificiali' |
L'angolo dei fagiolini |
Una visione parziale d'insieme |