Ogni cellula vivente ha due tipi di codici: il DNA nel nucleo e lo RNA nel citoplasma: la parte della cellula che si trova fuori dal nucleo e che serve ad attuare le direttive del DNA che continuamente le arrivano, sotto forma di messaggio in codice. Il codice stesso è composto da quattro 'lettere' le quali, combinandosi in modo diverso fra loro, danno origine a quella serie di fenomeni praticamente infiniti che rendono possibile la manifestazione della vita biologica: dai batteri alle sequoie, alle balene, all'uomo ...
L'informazione non è unidirezionale, ma continuamente si arricchisce e diversifica grazie ad un processo diretto in senso centripeto: dall'ambiente esterno ai codici genetici cellulari.
Una parte fondamentale di questo processo, chiamato epigenetica, lo dobbiamo ai virus, che portano entrambi i messaggi genetici, in distinte categorie. Senza i virus la vita sarebbe impossibile, e cosi' senza i batteri, i protozoi e ... tutto il resto!
Solo l'uomo, quando si mette 'al vertice della piramide' e si considera 'essenziale', in realtà è del tutto aleatorio, se non inutile o dannoso. Infatti l'uomo, ad oggi, è l'unica creatura della vita che presume di poter fare a meno delle regole indispensabili alla stessa. Se la cosa dovesse continuare, questo diretto discendente dei roditori, necessariamente, si estinguerà
C'è ancor oggi una forte resistenza ad ammetter questa bidirezionalità del processo, che eliminava in pratica il principio della necessità monocratico-dittatoriale (parlando secondo una certa visione delle cose cara a certi 'uomini'), secondo la quale 'uno' comanda e tutti gli altri obbediscono. I più accaniti sostenitori di questa visione 'monca', naturalmente, sono i regimi dittatoriali. Nella visione 'fascista' della realtà, il 'potere' centrale proviene da un certo 'Dio', che lo ... appalta a questo o quel dittatore.
In campo Marxista il centralismo 'democratico' è, invece, tutto nelle mani dell'onnipotente compagno segretario, per delega totale e definitiva della farlocca rappresentanza popolare ...
In campo liberista, invece, il padrone della stamperia dei 'soldi' si crede, a sua volta, il padrone del mondo, ma in modo un po' più articolato e complesso, che sfugge alla comprensione delle masse.
Ebbene: la Natura è infinitamente più saggia e totalmente immune dai dogmi taroccati cari ad una certa visione post illuminista delle cose umane.
Facciamo un brusco salto (apparente) e passiamo a parlare della ... patata!
" Sequenziare il DNA della patata è stato sorprendentemente complicato. In primo luogo è un genoma piuttosto grande: codifica infatti per 39.031 geni – contro i circa 23.000 del genoma umano. Inoltre, a differenza dell’uomo, ogni cellula di patata contiene quattro copie di ciascun cromosoma, non solo due. Ogni copia tende a essere piuttosto diversa dalla sorella, confondendo le acque quando si tratta di assemblare insieme il genoma – in pratica è come dover assemblare correttamente 4 puzzle solo leggermente diversi partendo dai pezzi mescolati. Per ottenere la sequenza i ricercatori hanno dovuto quindi trovare una varietà che avesse solo due copie di ciascun cromosoma, semplificando il lavoro – e poi hanno usato questa come guida per le normali varietà con quattro copie.
Nelle Ande ci sono tuttora migliaia di varietà naturali della pianta, quindi i difetti di un tipo sono bilanciati dai difetti di un altro, e la specie continua a incrociarsi ed esistere vigorosamente. Le varietà coltivate però non hanno la stessa biodiversità, e quindi tendono a essere tutte suscettibili nello stesso modo. Inoltre la fragilità del genoma spiega anche come mai sia notoriamente più difficile selezionare nuove varietà di patate rispetto a quelle di altre piante coltivate.
L’evento fondamentale di duplicazione della linea evolutiva della patata sembra essere avvenuto circa 67 milioni di anni fa – guarda caso, poco prima dell’estinzione dei dinosauri.
L’evoluzione della patata è però curiosa perché patate e pomodori, per esempio, sono diventate specie distinte circa 10 milioni di anni fa – eppure sono piante molto diverse: le patate, in particolare, sono le uniche della loro famiglia a produrre tuberi. Il genoma ha rivelato come i geni coinvolti nella formazione dei tuberi nelle radici siano gli stessi che controllano la formazione e lo sbocciare dei fiori, un esempio brillante di come l’evoluzione riutilizzi gli stessi “pezzi” per creare rapidamente funzionalità nuove.
Chiaramente, la speranza dei ricercatori è che questa messe di dati permetta finalmente di agire razionalmente per rendere la patata più resistente alle malattie, facilmente coltivabile e più ricca dal punto di vista nutritivo. Glenn Bryan, dello Scottish Crop Research Institute, ha dichiarato a Nature che “alla fine, quello che vogliamo è mettere queste informazioni in azione e generare nuove varietà."
(Da Nature 2011)
Questo articolo, pur rappresentando una visione 'scientista' ed antropocentrica delle cose, suo malgrado è alquanto illuminante.
Parla di patrimonio genetico 'doppio' rispetto a quello umano e punta tutto sulle ulteriori capacità di 'manipolazione scientifica' del genoma stesso, per i soliti calcoli che poi, ogni volta, si rivelano ... catastrofici.
Non dice nulla, invece, sulla origine della complessità del fenomeno genetico, che è comune anche a molte altre piante, e nulla dell'epigenesi, ossia sul flusso incessante di informazioni su cui si basa e da cui è permeata ogni forma di vita. In sintesi non riesce a collegare patate, virus, sequoie, animali in un processo unitario ed interdipendente di respiro cosmico.
Ma accenna, per fortuna, quanto basta per farci capire una cosa fondamentale: la Vita, in tutte le sue manifestazioni, è pura saggezza in costante collegamento col tutto, mentre l'unico stupido rimane sempre e solo l'uomo!