I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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giovedì 9 aprile 2009

Mamma Africa 4 - L'Africa bussa in Italia

Quello che sto per dirvi preme nel mio cuore, così come, in queste ore, mamma Africa sta premendo, con forza, al cuore d'Italia, in Abruzzo.

Siamo tutti partiti dal cuore dell'Africa qualche centinaio di migliaia di anni or sono.
Eravamo tutti neri, non avevamo né soldi, né armi, né beni materiali, né titoli accademici, né arroganza, né odio e nemmeno razzismo...
Solo centomila anni fa.
L'unico bene prezioso: un cervello già identico a quello attuale, che però funzionava molto meglio.
Qualche giorno fa, in TV, una molto poco onorevole signora, che probabilmente, per come parlava aveva invertito le due estremità del tubo digerente, e per come pensava disonorava il termine di "foemina sapiens", sosteneva che gli Africani devono tornarsene a casa, tutti, in modo da lasciar liberi i posti di lavoro da loro usurpati ai nostri...
Parlava di umiltà nel tornare a raccogliere pomodori.
Dia allora l'esempio, se vuol essere credibile!

Quanti "va a laurà, negher" non abbiamo sentito, soprattutto da chi non ha più ne voglia ne bisogno di lavorare...
Stupido razzismo, arrogante e becero!

Da parte mia, pur non raccogliendo pomodori, piego la schiena a piantare artemisia e speranza in terra d'Africa.
E faccio questo per ringraziare l'Africa ed i miei cugini di laggiù per tutto quello che continuano a darci e, purtroppo, anche per quello che, a causa nostra, continuano a subire.

Son tornato da qualche giorno, anzitempo, in Africa.
Oggi voglio un po' parlare dei bambini africani, che sono l'immagine più forte che porto dentro.
Bellissimi, come tutti i bimbi del mondo, e qui, per fortuna, nutriti, amati e rispettati.
Li ho visti morire non per fame, ma per malaria e tifo...
Questo mi spinge a far qualcosa ed a ritornare: ho già il biglietto per il 21 Aprile.

Nel grande cortile della casa in cui ho abitato, la più grande e bella del villaggio, costruita da un togolese che fa il giornalista in Germania, tutti i giorni entravano i bambini, a fare spontaneamente pulizie con piccole scopette di paglia, ed a giocare.
Nessuno, qui, ha giocattoli, e così, anche, nessuno fa mai capricci, ma giocano a lungo, assieme e creativamente, con qualunque cosa esista: una vecchia camera d'aria, un cerchio di legno, una palla piccola di pezza, e con i sassolini, soprattutto.
Gli stessi giochi che anch''io facevo da bambino...

I piú piccoli, come tutti in Africa nera, mi apostrofano. "iovò cadò", che significa "signor bianco, dammi un regalino".
Una caramella africana (costo 0,1 cent), é sufficiente a renderli felici.

Uno dei primi giorni uno di loro vistosamente zoppicava con smorfie di dolore, ma sorrideva sempre.
Quattro mesi prima era caduto, fratturandosi femore ed anca, ed i nostri valenti assistenti medici in Africa si son limitati a strattonargli la gamba e a rimandarlo a casa ancor più sofferente...
Tre mesi a letto e poi il coraggio di rimettersi in piedi, stringendo i denti.
Ho fatto una terapia a mani nude (shiatsu), e strofinato del peperoncino sulla zona del trauma (non temete, la cute era perfettamente integra), et voilà, il dolore era scomparso, per sempre, e già camminava appoggiando.
Benedetto peperoncino! (vedi nel blog).

Da quel giorno, una piccola folla di bimbi: ho male qui e lì, e tutto, in pochi minuti, già passava.
Poi, hanno cominciato a fare lo stesso fra loro, ed ancora tutto passava...

Che dire di più: non è meraviglioso?
Questo vale più di mille biglietti aerei Italia - Africa.