I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana

Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:

- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.

Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.

Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.

A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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venerdì 20 febbraio 2009

La diagnosi globale

Per chiarire il significato di diagnosi globale, a puro titolo d’esempio, voglio riferire un episodio di molti anni fa.
Facevo il medico nelle Dolomiti, in una località che si avviava a diventare conosciuta per il turismo della neve.
Un giorno comparve sulla porta uno sconosciuto, mi lanciò un’occhiata e disse: ho saputo che lei fa diagnosi con facilità. Mi dica allora che cosa ho…
Mi stava invitando a nozze ed, allo stesso tempo, ad un duello all’ultimo colpo.
Così risposi: faccia un passo avanti, uno solo!
Dopo che lo fece, iniziai:
Lei ha una distorsione al legamento collaterale esterno del ginocchio destro…(silenzio), e se l’è procurata sciando, verso le due e trenta del pomeriggio, subito dopo aver pranzato nel tal rifugio, cadendo quasi da fermo nel tal posto, su falsopiano, alla fine d’una discesa ripida…
Silenzio…sembrava mezzogiorno di fuoco.
Dopo un lunghissimo minuto, finalmente è un po’ sbiancato ed ha mormorato: ma come ha fatto?
Se si accomoda glielo spiego. Mi scappava di dirgli: elementare Watson, elementare…
Vede, quando ha fatto il passo, ho notato che ha appoggiato male il piede destro, e sul bordo interno.
Ho capito che lei, essendo turista, molto probabilmente era caduto sciando…Ora, se fosse caduto in discesa era quasi impossibile che si procurasse quella lesione, che invece succede quando si è quasi fermi e del tutto stanchi…perciò non poteva succedere di primo mattino, ma di pomeriggio, a muscoli freddi e dopo un pasto abbondante. L’unico posto con ristorante è nel punto che le ho detto. Il resto va da sé… Se ha bisogno d’una richiesta di RX e visita ortopedica, gliela faccio subito…
Mi deve 7000 lire, grazie ed auguri.
Non l’ho più rivisto.
Devo dire d’aver avuto un pizzico di fortuna.
Per un pelo non ho aggiunto che solo gli stupidi si fanno male in quel modo, perché mi sono ricordato in tempo che anche a me era accaduta la stessa, e quasi identica cosa…
Questo episodio serve solo per introdurre, in modo un po’ spiritoso, il significato di diagnosi globale.

In medicina, ma anche in tutto il resto, esistono tre livelli di diagnosi.
Il primo livello è quello scientifico e si basa sulla valutazione fisica del fenomeno. Questo vuol dire chiedere informazione ed osservare con i cinque sensi, utilizzando eventualmente gli strumenti diagnostici, che sono un prolungamento dei sensi. Si basa naturalmente, anche sulla conoscenza scientifica della materia e sulle esperienze precedenti.
Il limite estremo di questo livello si basa sul principio d’indeterminazione di Heisenberg, che quando lo comunicò era un giovane e brillante fisico delle particelle, estremamente corretto e profondo.
Sebbene nessuno osi più metterlo in dubbio, molti fisici lo rifiutano in pratica, perché scomodo e, per certi aspetti frustrante.
Il principio dice così: non possiamo conoscere sia la quantità di moto (prodotto della massa per la velocità d’una particella), che la sua direzione perché, nell’osservare l’una interveniamo sul fenomeno osservato, alterando l’altra.
Il principio di Heisenberg non ha vie d’uscita, ha un altissimo valore filosofico sul limite della scienza ed invita alla umiltà ed alla meditazione.

Aristotele, Galileo e Heisemberg

Il secondo livello è quello filosofico. Si basa sulla logica deduttiva od induttiva, e serve ad inquadrare il fenomeno in un più vasto ambito di rapporti causa effetto, cogliendo il fenomeno in un’ottica unitaria più ampia. Un suo fondamento è l’intuizione.
Lei si è fatto male non solo così, ma anche perché era stanco ed aveva mangiato troppo, ad esempio…
Il limite di questo livello avviene quando, per eccesso di razionalismo, si vuol fare a meno dell’osservazione scientifica, privilegiando il puro raziocinio.
Esempio tipico è la definizione del moto dei gravi in caduta libera, formulata dal grande Aristotele sulla base di pure speculazioni mentali, e mai sottoposta a verifica, fino a Galileo: era totalmente errata.
(Anche se la fisica più moderna ha qualcosa da ridire sull’equivalenza tra massa inerziale e massa gravitazionale, ma non per merito d’Aristotele…).

Il terzo livello di diagnosi è quello religioso: senza domandare, senza pesare ed osservare, senza dedurre, porta al cuore più profondo della diagnosi e può quindi offrire la soluzione essenziale del problema. Si fonda sul sentire e sull’ispirazione, attingendo alla più profonda conoscenza interiore.
Era il modo di far diagnosi d’uno dei più grandi medici e profeti dell’umanità: Gesù.
E di pochi altri.
Se fatta con calcolo e malafede, porta al dogma e spesso alla truffa violenta dell’altro, basata sul giudizio, la paura e la minaccia.

Il buon medico dei tempi andati, specie il medico di famiglia, cercava di usare tutti e tre i livelli.
Quando la conoscenza scientifica non bastava, faceva ricorso alla filosofia spicciola della vita quotidiana, e quando entrambe non bastavano, utilizzava la religiosità, anche tramite un atteggiamento sincero d’inadeguatezza o tramite la preghiera, rivolta al proprio mondo interiore, nelle situazioni più tragiche.
L’esempio con cui ho iniziato è molto parziale, ma abbastanza simpatico, ed è per quest’ultimo motivo che l’ho utilizzato.
Quante altre volte, invece, sono andato in crisi, mi sono spaventato ed ho sbagliato.
Ma il Dio che abita dentro di noi, per fortuna è misericordioso e sa perdonare…

P.S. un’atra volta, forse, cercherò di esporre come la diagnosi occidentale, cosiddetta scientifica, e quella orientale, cosiddetta filosofica, possano integrarsi fra loro e completarsi in modo utile.
Buona giornata da Giuseppe e lo staff del blog.