I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana
I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana
Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:
- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.
Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.
Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.
A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
leggi tutto
Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:
- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.
Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.
Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.
A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
leggi tutto
lunedì 16 febbraio 2009
Olio d'Iperico
L’Iperico, pianta erbacea della famiglia delle Ipericacee, fiorisce in pieno a fine giugno. Per questo è chiamata erba di S. Giovanni, ma anche erba di millecroci, per il succedersi di ramificazioni dicotomiche del fusto, alla cui estremità spuntano numerosi boccioli fioriti, d’un luminoso giallo oro.
Guardata contro luce, tutta la pianta è punteggiata di numerosissime ghiandolette traslucide, per cui la più nota delle varie specie è stata denominata Hypericum Perforatum.
E’ abbastanza comune e diffusa in tutt’Italia, spesso ai bordi delle strade di campagna. Da tempo immemorabile è usata popolarmente, sotto forma d’olio d’iperico.
Io l’ho conosciuta in montagna, nelle dolomiti, dove, trenta e più anni fa non mancava mai in casa una boccetta di “olio de mille cros”.
Eccellente antidolorifico, cicatrizzante ed antisettico, l’ho usata spesso per curare le ustioni, di cui lenisce quasi di colpo il dolore e ne riduce abbondantemente i tempi di guarigione.
I principi attivi più noti sono un pigmento rosso-rubino brillante, Ipericina, presente nelle ghiandole. È un antocianoside con effetto antinfiammatorio, antiradicali liberi, antiossidante (l’olio d’iperico, anche dopo anni non irrancidisce), sedativo del dolore.
Un secondo pigmento, giallo, del gruppo dei bioflavoni, è contenuto nei petali, ricco anche di quercetina.
Contiene inoltre resine, che gli conferiscono il tipico, gradevole profumo, vitamine del gruppo C, tannini ed ancora molto altro.
L’uso classico è per massaggio, anche se di recente la medicina ne ha evidenziato effetti antidepressivi (sarebbe un naturale inibitore del reuptake della Serotonina).
Io che l’ho provato, in piccole dosi, per tisana, non mi sento di consigliarne l’uso indiscriminato, perché gli effetti disforici non sono di poco conto. Può inoltre provocare fotodermite.Per uso cutaneo, invece, in soluzione d’olio d’oliva, non presenta tali ultimi effetti.
Usabile con successo nelle mialgie, discopatie, ustioni, infiammazioni, nevralgie, piaghe ecc…Io lo faccio di solito precedere da una profonda pulizia locale disintossicante con enzimi naturali (di cui parlerò un’altra volta), e seguire da una stirata con ferro caldo, che ne completa l’assorbimento cutaneo.
Preparazione
In una bottiglia di vetro verde, riempita di piante d’iperico, aggiungere olio extravergine d’oliva (ne vale la pena, per l’ottimo sinergismo e potenziamento reciproco).
Tenere al sole una diecina di giorni, finché prende un bel colore rosso rubino, filtrare, tappare, riporre al buio.Spalmato sulla parte, la riscalda e la rende rosea. Ciò significa che ha aumentato la circolazione e stimolato il metabolismo: questa è la vera essenza del suo effetto, perché non dobbiamo dimenticare che la guarigione è iscritta nelle capacità della forza vitale, che basterebbe assecondare, anche solo un pochino…
Raccomando, last ma non least, di istruire il paziente sui necessari cambiamenti dello stile di vita: mangiare meno e meno tossico, muoversi con più consapevolezza, fare esercizi correttivi individuali e, se vuol proprio guarire, lamentarsi di meno e ringraziare di più.