É tempo di raccogliere i fiori della Farfara per preparare lo sciroppo per la tosse.
Sulle rive dei fossi, ai margini dei prati, sulle scarpate argillose , mentre l’inverno sta per finire e il verde della primavera ancora non compare, troviamo uno dei primi fiori che compaiono: la Tussillago Farfara. Come promette il nome, dal latino tussim ago (caccio la tosse), sono da utilizzare quando c’è tosse, per sedarla e sciogliere ed il catarro.
Mia nonna quando mi sentiva tossire mi ripeteva sempre: “Tutta cattiveria, tutta cattiveria che viene fuori, il catarro bisogna farlo uscire e mandarlo via!”
In centro-Italia comincia già a comparire, al Nord bisognerà aspettare ancora un po’. Nelle Dolomiti - dove ho imparato a preparare questa rimedio – compare nelle chiazze dove si è sciolta la neve.
Il fiore è piccolo come una margheritina, di un giallo caldo, in gruppi sparsi. E’ riconoscibile perché non ci sono ancora le foglie - che compaiono invece a fine primavera, in estate – e per il gambo di un verde-rosso composto da squame.
Per la tosse, nell’erboristeria, viene consigliata anche l’utilizzo di fiori e foglie in tisana ma preferisco dare unicamente indicazioni di quanto ne ho personalmente sperimentato l’efficacia.
Per la preparazione dello sciroppo
Raccogliere i fiori con cura scegliendo i più belli, schiusi ma non già passati.
Si possono sciacquare ma solo velocemente e senza lasciarli nell’acqua.
In una pentola mettere la quantità di fiori che contengono le vostre mani unite a conca, 4 manciate.
Coprire con un litro di acqua fredda e portare - quasi - a bollore.
Lasciare riposare tutta la notte.
La mattina strizzare i fiori, filtrare e versare il liquido ottenuto in una pentola bassa di coccio .
Unire un chilo di zucchero di canna (meglio ancora se “mascobado”) e mezzo limone (possibilmente biologico) a fettine.
Dovrà cuocere lentamente e a lungo - senza coperchio per evaporare senza mai bollire.
Mantenere sempre la fiamma bassa - togliendolo da fuoco se tende ad arrivare a bollore -
Dovrà diventare sciroppo, non troppo denso per non cristallizzare. E’ pronto quando provate a versarne un po’ in un piatto e cola in una goccia.
Ne vanno presi tre cucchiaini al giorno.
Marilisa
I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana
I principi fondamentali e le conseguenze pratiche per una medicina globale umana
Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:
- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.
Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
Il secondo è tipico della medicina tradizionale, ad es. orientale, ma non solo.
Il terzo è il punto culminante di una vera medicina umana.
Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.
A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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Volendo un po’ schematizzare, vi sono tre tipi di guarigione:
- Guarigione forzata - Fa fulcro sul sintomo, si basa su farmaco e chirurgia.
- Guarigione armoniosa - Fa fulcro sulle cause alla base del sintomo e sulla loro armonizzazione con la legge di natura.
- Guarigione senza guarigione - Fa fulcro sull’impegno di vita, indipendentemente dal sintomo.
Ancora schematicamente, il primo tipo appartiene prevalentemente alla medicina moderna nelle sue varie forme.
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Tutti e tre i modi di guarigione sono accettabili e necessari per l’uomo moderno e costituiscono un percorso di evoluzione personale basato sul principio d’educazione alla salute in modo umano.
A distanza di molti anni, in base alla esperienza fatta su me stesso, posso confermare la validità pratica di questi principi, particolarmente del terzo, originariamente formulati, anche se in modo diverso, dal maestro Masahiro Oki, che ringrazio di cuore
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